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“Vuoi tornare indietro?” L’esperienza post mortem ed una scelta difficile

Don racconta la sua esperienza post mortem: il suo corpo senza vita, le figure familiari ed un’intensa luce divina.

Nel cuore della notte, esattamente 37 anni fa, si svegliò per recarsi al bagno. Quella che sembrava una routine si trasformò rapidamente in un incontro straordinario con l’Altissimo.

L’incidente notturno

Don si trovava lì, un’oscurità avvolgente si impossessò della sua vista e, in un attimo, svenne. La caduta fu violenta, tanto da procurargli un trauma e la frattura di un dente. Ma ciò che accadde dopo avrebbe cambiato per sempre la sua percezione della vita e della morte.

Dalla sua posizione supina, si vide sollevarsi lontano dal suo corpo ed osservava la scena dall’alto. “Se questo sono io, allora… wow! Sono morto!” pensò, mentre un’ondata di consapevolezza lo pervadeva. La sua anima si era staccata dal corpo, lasciando dietro di sé un involucro privo di vita. Non c’era segno di battito cardiaco, né di respiro: era come se la sua esistenza fisica fosse svanita.

Il suo sguardo si posò sulla moglie, in preda all’ansia, che lo scuoteva e invocava il suo risveglio. Anche il figlio si unì a lei, ma lui, dall’alto, osservava senza poter intervenire. “Non sanno che sono morto!” rifletté, mentre una sensazione di leggerezza e felicità lo avvolgeva. Non provava né dolore né preoccupazione; solo un senso di pura beatitudine.

In quel momento, avvertì la presenza di figure familiari, circa trenta o quaranta persone, che lo accoglievano. Anche se i loro volti erano sfocati, il legame che sentiva con loro era innegabile. Dietro di loro, una luce abbagliante, ma non accecante, si manifestò: era una luce celestiale, che portava con sé una sensazione di pace infinita. E lì, in mezzo a quella luminosità, apparve la figura di Cristo, un’immagine che avrebbe segnato la sua esistenza per sempre.

La scelta di tornare

Vuoi tornare indietro?” gli chiese una voce interiore, che non era né verbale né esterna, ma che risuonava in profondità. “Ho scelta?” rispose, consapevole di trovarsi in un momento cruciale. La risposta fu affermativa e, in quel frangente, il suo cuore s’inondò di un amore incommensurabile per la moglie, che lo attendeva ignara del dramma che si era consumato.

La decisione di tornare alla vita terrena fu presa con riluttanza. L’euforia di quel luogo meraviglioso lo attrasse, ma il legame con la sua famiglia lo spinse a tornare. Così, attraverso un tunnel di luce, si ritrovò di nuovo nel suo corpo, mentre la moglie, sollevata, esclamava: “Sei vivo!”.

Riflessioni sul mistero della vita

La testimonianza di quest’uomo ci invita a riflettere sul mistero della vita e sulla nostra fede. Ogni esperienza di vita e di morte è un tassello di un mosaico meraviglioso, di cui possiamo solo intravedere una parte. Ecco perché dobbiamo vivere con gratitudine e speranza, sapendo che la vita, in tutte le sue forme, è un dono prezioso da custodire.

  1. Riconoscere la bellezza della vita.
  2. Accettare il mistero della morte.
  3. Coltivare legami affettivi.
  4. Vivere con gratitudine e amore.
L’uomo che ha vissuto l’esperienza pos mortem (www.book.hr)

Un messaggio profondo

Questa esperienza potrebbe apparire incredibile a molti, ma porta con sé un messaggio profondo: la morte non è la fine, ma un passaggio verso una nuova esistenza. La fede cristiana insegna che la vita continua oltre la morte, aprendo le porte a una nuova realtà, dove l’anima può sperimentare la gioia eterna o attraversare un processo di purificazione.

Immaginiamo la nascita di un bambino, che vive per mesi nell’oscurità e nel calore del grembo materno. La paura del mondo esterno potrebbe sembrare opprimente, ma una volta venuto alla luce, scoprirà un’esistenza piena di meraviglie. Allo stesso modo, la vita dopo la morte rappresenta un nuovo inizio, un’opportunità per conoscere la vera essenza dell’amore divino.

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Redazione