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Venerdì Santo: significato e tradizioni nella Settimana Santa

Il Venerdì Santo è giorno di profonda riflessione per i cristiani di tutto il mondo con la Croce che diventa rifugio e salvezza nostra.

Questo giorno segna la Passione di Gesù Cristo, un evento che rappresenta la sua sofferenza e morte sulla croce, culmine della Settimana Santa. In questa giornata, i fedeli sono chiamati a meditare sull’immenso amore di Dio per l’umanità, un amore che ha portato al sacrificio del Suo unico Figlio per la nostra salvezza.

L’amore di Dio nella sofferenza di Cristo

Durante la Passione, Gesù esprime un profondo senso di abbandono con le parole: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27, 46). Questo grido non è solo un’espressione della sua sofferenza, ma un modo per identificarsi con le angustie che ogni persona può provare. La sua esperienza di solitudine è un richiamo al fatto che, anche nei momenti più bui, non siamo mai soli. Gesù desidera condividere le nostre sofferenze per farci capire che possiamo sempre contare sulla sua presenza.

La sofferenza di Cristo è una risposta all’ingiustizia ed al peccato che affliggono l’umanità. Con le parole «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli» (Lc 23, 28), Gesù ci invita a riflettere sulla vera causa della sofferenza umana: il peccato. Nonostante il dolore e l’ingiustizia, la sua missione rimane quella di portarci verso la libertà e la gioia.

La Prostratio e la Liturgia del Venerdì Santo

La liturgia del Venerdì Santo inizia con il sacerdote che si prostra a terra, un gesto di umiltà e supplica. Questo ricorda la preghiera di Gesù nell’Orto degli Ulivi, dove ha implorato il Padre di dargli la forza per affrontare il suo sacrificio. In quel momento, Gesù si è caricato dei peccati del mondo, portando su di sé il peso delle nostre iniquità. La sua Passione è un’espressione suprema di amore e solidarietà con l’umanità.

Nel suo cammino verso la croce, Gesù non si è mai tirato indietro, nonostante le immense sofferenze. Le sue braccia inchiodate ci invitano a accostarci a lui, certi di essere accolti in un abbraccio di infinita tenerezza. Questo gesto di accoglienza ci invita a rifugiarci nella sua misericordia, riconoscendoci come parte della sua famiglia, amata e redenta.

La Croce: rifugio e salvezza

La croce rappresenta il fulcro della nostra fede; in essa troviamo il nostro rifugio e la nostra salvezza. Le piaghe di Gesù, da cui scorre il suo prezioso sangue, diventano simbolo di speranza e redenzione. «Nelle piaghe di Cristo siamo più al sicuro», ci ricorda San Josemaría. Quando contempliamo queste ferite, comprendiamo quanto sia profondo l’amore di Dio per noi. Le sue sofferenze non sono state vane; esse hanno aperto la via alla nostra liberazione.

In questo giorno, la Chiesa ci invita a riflettere sulla dolcezza della Croce. «Dolce legno, dolci chiodi, che sostengono un così dolce peso», canta la tradizione cristiana. Questo canto esprime la meraviglia di un amore che si è abbassato fino a noi, per portarci verso la luce e la vita eterna. La Croce non è solo un simbolo di sofferenza, ma un segno di speranza e di amore incondizionato.

Maria di Magdala, Maria e Giovanni sul Calvario (frame The Passion)

La madre dolorosa e la comunione nella sofferenza

Alla base della Croce, troviamo Maria, la Madre di Gesù, che vive la sua sofferenza accanto al Figlio. La sua presenza è una testimonianza del dolore autentico che accompagna l’amore. In quei momenti, Cristo aveva bisogno della sua vicinanza, proprio come noi abbiamo bisogno della presenza degli altri nei momenti di crisi. La Madre dolorosa ci insegna a non temere il dolore, ma a viverlo come parte del nostro cammino di fede, sapendo che la sofferenza può portare a una vita di amore e comunione profonda con Dio.

Il Venerdì Santo è, dunque, un giorno di commemorazione e di grande speranza. La Passione di Gesù ci ricorda che, attraverso la sofferenza, possiamo trovare la nostra vera identità e libertà. In questo giorno sacro, siamo invitati a riflettere sul mistero dell’amore di Dio, che si è fatto uomo per noi, e a rivivere la nostra fede nel sacrificio di Cristo, nostro Redentore.

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Redazione