Una ex musulmana racconta la sua conversione: La cosa più difficile per me è stata accettare Dio
Questa è la storia di una giovane donna musulmana che ha attraversato un lungo e doloroso cammino di sofferenza e, alla fine, di conversione.
Cresciuta in una famiglia segnata da violenza e abuso, la sua vita era segnata dalla difficoltà di accettare il concetto di paternità. Il padre, un uomo violento che maltrattava la madre e i figli, le ha insegnato a vedere la parola “padre” come qualcosa di negativo. In questo contesto familiare, la giovane musulmana non riusciva a comprendere l’amore paterno, e la figura di Dio come Padre era per lei estranea e difficile da accettare.
La sua vita ha iniziato a cambiare quando ha sentito il bisogno di rivolgersi a Dio. Dopo aver vissuto in Inghilterra e sofferto di depressione, si è trovata a parlare con un Dio che non conosceva, ma che sentiva vicino. La sua richiesta era semplice, ma dolorosa: chiedeva a Dio di darle la morte, poiché non vedeva più senso alla sua vita. Ma Dio non l’ha uccisa. Al contrario, le ha dato la vita. Questo è stato l’inizio di un cammino che l’ha portata a incontrare una donna che le ha parlato di Gesù. Con il tempo, ha iniziato a frequentare una chiesa cristiana, dove ha potuto vivere un’esperienza di fede completamente nuova.
Uno degli ostacoli più difficili che ha dovuto affrontare nella sua conversione è stato il concetto di Dio come Padre. Nel contesto islamico, Allah non viene mai chiamato “Padre”, e questa figura paterna era stata associata solo a dolore e sofferenza nella sua vita. La giovane donna si è trovata in difficoltà nel comprendere e accettare Dio come Padre. Tuttavia, la grazia divina ha agito lentamente nel suo cuore. Meditando sulla Bibbia e pregando, ha iniziato a scoprire l’amore paterno di Dio, che è paziente, gentile e pronto a guarire le ferite più profonde. La sua esperienza di preghiera e di lode a Dio ha rivelato una nuova visione di Dio: un Dio che abbraccia, che guarisce e che offre misericordia.
Nel tempo, è riuscita a perdonare anche il suo padre terreno, nonostante il dolore che aveva causato. La sua relazione con Dio Padre è diventata fonte di gioia e di trasformazione. Oggi, con amore e gratitudine, celebra Dio come Padre, e riconosce in Gesù Cristo il suo Salvatore. La fede in Cristo ha trasformato la sua vita, e l’ha portata a portare il Vangelo anche nella sua famiglia. Nonostante la resistenza iniziale, molte persone della sua famiglia, inclusa sua madre e i suoi fratelli, hanno trovato la fede in Cristo.
Il culmine di questa storia di redenzione avviene quando, poco prima che suo padre morisse, la giovane donna ha avuto il coraggio di chiamarlo e parlare con lui per l’ultima volta. Con il cuore colmo di amore e misericordia, gli ha raccontato del perdono di Dio e della possibilità di salvezza anche per lui, come per il ladro crocifisso accanto a Gesù (Lc 23, 43). Il padre, morente, ha accettato le parole di perdono e ha chiesto a Gesù di perdonarlo. Questo gesto di salvezza ha portato una grande consolazione alla giovane donna, che ora vede l’opera di Dio in modo chiaro anche nel momento della morte.
Questa giovane musulmana è ora parte di un ministero cristiano che aiuta altre donne iraniane a scoprire il cuore di Dio come Padre. Condivide la sua esperienza di trasformazione, parlando della misericordia, dell’amore e della grandezza di Dio. Molte donne che hanno vissuto esperienze simili sono venute a conoscere Dio come Padre attraverso la sua testimonianza.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda che Dio è nostro Padre, non solo nel senso metaforico, ma nel senso profondo e reale (CCC 2782). Egli è il Padre che ama senza riserve, che perdona e guarisce, e che si prende cura dei suoi figli con tenerezza. La figura di Dio come Padre è il cuore del cristianesimo, e questa giovane donna ha potuto sperimentarla personalmente, trasformando la sua vita e quella di chi le sta vicino. La sua storia è un potente esempio di come la misericordia di Dio possa sanare anche le ferite più profonde e dare una nuova speranza, anche nei momenti più oscuri della vita.