In Ucraina, il conflitto ha profondamente segnato le vite delle persone, portando con sé un carico di dolore e sofferenza. La guerra, che ha avuto inizio nel 2014 e ha subito un’intensificazione drammatica nel febbraio del 2022 con l’invasione russa, ha provocato lutti prematuri che hanno colpito in modo inesorabile le famiglie. In questo contesto, la storia di suor Vitaliya Ivanyuk, della Congregazione delle Suore Mirofore, emerge come un esempio di come la fede e la comunità possano offrire conforto nei momenti più difficili.
Suor Vitaliya ha vissuto una tragedia personale: suo fratello, Hryhoriy Ivanyuk, ha perso la vita al fronte nel luglio del 2023. Nonostante il dolore che la attanaglia, la religiosa trova la forza di ringraziare Dio per il dono della vita di Hryhoriy e per le esperienze condivise. Questa attitudine di gratitudine, anche in un momento di lutto profondo, rappresenta un aspetto emblematico della resilienza ucraina.
Fino a poco tempo fa, suor Vitaliya insegnava filosofia e italiano all’Accademia teologica di Ivano-Frankivsk. Con un dottorato conseguito presso la Pontificia Università Antonianum in Italia, ha sempre cercato di unire la sua passione per la conoscenza con la sua vocazione religiosa. Nel maggio del 2024, ha scelto di diventare cappellano volontario, offrendo supporto spirituale ai soldati feriti che prestano servizio nelle retrovie.
La sua riflessione sul dolore è profonda e significativa. Ecco alcuni dei suoi pensieri chiave:
La perdita di un fratello ha spinto suor Vitaliya a riflettere sulla sua esistenza e sulla sua vocazione. «Ho acquisito una profonda consapevolezza di cosa significhino lutto e desolazione. Sono grata a Dio per tutto ciò che mi ha permesso di vivere», racconta. La sua fede non è solo un sostegno per sé stessa, ma anche per coloro che affrontano esperienze simili.
In un momento di grande tragedia, la sua testimonianza di speranza e resilienza diventa un faro per chi è stato segnato dalla guerra. «Ringrazio Dio per il dono della vita di mio fratello», afferma, mentre la sua voce rivela determinazione. La sua missione ora è quella di offrire supporto spirituale ai militari che non possono più combattere a causa delle ferite.
La sofferenza, in questo contesto, si trasforma in un’opportunità per esprimere gratitudine e costruire un futuro migliore. «Il nostro compito è quello di trasformare queste esperienze in frutti positivi», conclude suor Vitaliya, sottolineando l’importanza delle azioni quotidiane delle persone comuni.
La storia di suor Vitaliya Ivanyuk è un richiamo alla resilienza, alla capacità di trovare luce anche nei momenti più bui e alla determinazione di trasformare il dolore in qualcosa di significativo e rigenerante. In un paese lacerato dalla guerra, le sue parole risuonano come un inno alla vita, alla fede e alla speranza.