Santi comunicatori: da Francesco di Sales a Giacomo Alberione

Le parole hanno un potere straordinario e rappresentano uno strumento fondamentale per la comunicazione umana. Esse racchiudono immagini, suoni e concetti che contribuiscono allo sviluppo delle idee. Non sorprende, quindi, che la Chiesa cattolica abbia riconosciuto l’importanza della comunicazione attraverso la figura di san Francesco di Sales, proclamato patrono dei comunicatori da Papa Pio XI con l’enciclica Rerum omnium perturbationem del 26 gennaio 1923. Questo riconoscimento sottolinea il ruolo vitale che la comunicazione ha nel promuovere e difendere la dottrina cristiana.

Francesco di Sales: un modello di comunicazione

San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra e dottore della Chiesa, è una figura di grande rilievo nella storia della comunicazione cattolica. La sua memoria liturgica si celebra il 24 gennaio, giorno in cui si ricordano le sue opere e la sua dedizione nella diffusione del messaggio cristiano. La sua vita è stata caratterizzata da un impegno incessante per la riconciliazione e l’unità, specialmente durante un periodo di grande tumulto religioso come quello della Riforma protestante.

Francesco di Sales è noto per il suo approccio diretto e accessibile alla comunicazione. Le sue lettere e i suoi scritti sono caratterizzati da uno stile semplice e chiaro, mirato a raggiungere non solo i dotti, ma anche i semplici fedeli. Ecco alcuni aspetti significativi del suo operato:

  1. Controversie: una serie di opuscoli stampati e affissi nei luoghi pubblici, che rispondevano alle tesi teologiche di Calvino e degli altri riformatori.
  2. Dialogo: questi foglietti non solo informavano, ma cercavano anche di aprire un dialogo e far riflettere sulle verità della fede cattolica.
  3. Amore e rispetto: il suo approccio si fondava sulla convinzione che la verità debba essere espressa con amore e rispetto.

Giacomo Alberione e l’evangelizzazione moderna

Un altro grande comunicatore nella storia della Chiesa è stato Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, che ha dedicato la sua vita all’evangelizzazione attraverso i mezzi di comunicazione moderna. Nato nel 1884 in Italia, Alberione ha visto il potenziale dei nuovi media, come la stampa e, successivamente, la radio e la televisione, come strumenti per diffondere il messaggio cristiano.

Alberione ha fondato la Società San Paolo nel 1914 con l’obiettivo di formare sacerdoti e laici capaci di utilizzare i mezzi di comunicazione per propagare il Vangelo. Ecco alcune delle sue intuizioni chiave:

  1. Adattamento del messaggio: ha capito che era necessario adattare il messaggio cristiano ai linguaggi e alle forme di comunicazione del tempo.
  2. Spiritualità e professione: ha enfatizzato l’importanza della spiritualità nella professione del comunicatore, invitando a un’azione che fosse una risposta alla chiamata di Dio.

L’eredità dei santi comunicatori

Le opere di Francesco di Sales e Giacomo Alberione ci ricordano che la comunicazione è un dono capace di costruire comunità e promuovere la verità. Entrambi i santi hanno compreso la potenza delle parole e l’importanza di utilizzarle in modo responsabile e amorevole. La loro eredità continua a ispirare comunicatori di ogni epoca, invitandoli a riflettere sull’impatto delle loro parole e sull’importanza di comunicare con integrità e compassione.

La celebrazione della memoria di san Francesco di Sales e l’eredità di Giacomo Alberione ci pongono di fronte a una sfida: come possiamo, nel nostro contesto attuale, continuare a utilizzare le parole e i mezzi di comunicazione per edificare e unire? In un’epoca in cui le comunicazioni si svolgono a ritmi frenetici e spesso con superficialità, il richiamo a una comunicazione autentica e significativa è più rilevante che mai. La loro vita e il loro messaggio ci invitano a riflettere su come possiamo essere agenti di cambiamento e portatori di speranza nel mondo contemporaneo.

Published by
Fernanda Lisi