San Giuseppe Benedetto Cottolengo è una delle figure più luminose della carità cristiana nel XIX secolo, testimone eroico della misericordia divina verso i più poveri ed i dimenticati.
Nato a Bra, in Piemonte, nel 1786, e ordinato sacerdote nel 1811, Cottolengo visse il suo ministero con profonda obbedienza alla volontà di Dio, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo fino a diventare strumento della Provvidenza per gli ultimi della società.
San Giuseppe Benedetto Cottolengo
La sua vita non fu segnata da clamori o grandi discorsi, ma da un amore operoso e silenzioso, come insegna il Vangelo: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). In questo spirito evangelico, fondò nel 1832 a Torino la Piccola Casa della Divina Provvidenza, luogo in cui malati, poveri, orfani, emarginati e disabili potevano trovare accoglienza, cure e dignità, indipendentemente dalla loro condizione sociale o religiosa.
Cottolengo non agì per filantropia o spirito assistenzialista, ma per autentica fede cattolica, vedendo in ogni povero il volto stesso di Cristo. La sua opera non era semplicemente un ospedale o un ricovero, ma un vero e proprio segno del Regno di Dio, dove la carità si faceva carne e la speranza prendeva dimora. Il suo motto era chiaro: “Caritas Christi urget nos” (2 Cor 5,14) — “L’amore di Cristo ci spinge”. È proprio questo amore che lo mosse ad affrontare sacrifici ed incomprensioni, confidando sempre nella Provvidenza Divina.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna: “L’amore per i poveri è incompatibile con l’amore disordinato delle ricchezze o con il loro uso egoistico” (CCC 2445), e ancora: “Dio benedice coloro che aiutano i poveri e riprova coloro che se ne disinteressano” (CCC 2443). San Giuseppe Cottolengo visse fino in fondo questo insegnamento, consacrando ogni energia al servizio dei più bisognosi. La sua santità non fu fatta di miracoli spettacolari, ma di un’incessante e concreta donazione di sé, vissuta nella preghiera, nell’umiltà e nella fiducia assoluta in Dio.

L’eredità di san Giuseppe Cottolengo
Canonizzato da Papa Pio XI nel 1934, Cottolengo è oggi venerato come modello di carità eroica e di fede operante. La sua Piccola Casa continua a vivere e ad espandersi nel mondo, portando avanti lo spirito originario del suo fondatore: accogliere, servire ed amare ogni uomo come fratello. La sua opera ci ricorda che la carità cristiana non è un optional, ma una necessità vitale della fede, come insegna San Giacomo: “La fede senza le opere è morta” (Gc 2,26).
L’esempio di San Giuseppe Cottolengo ci sprona a riscoprire il valore del dono di sé e dell’attenzione agli ultimi. Egli ci insegna che non servono grandi mezzi, ma un cuore aperto alla volontà di Dio e pronto a servire. Così, anche oggi, in un mondo segnato da solitudini, ingiustizie e nuove forme di povertà, possiamo essere testimoni credibili del Vangelo.
Preghiera a San Giuseppe Benedetto Cottolengo
O San Giuseppe Benedetto Cottolengo, umile servo della Divina Provvidenza, tu che hai visto nel povero e nel malato il volto di Gesù, ottienici un cuore compassionevole e generoso. Insegnaci a confidare senza riserve nell’amore del Padre e a servire i fratelli con gioia e umiltà. Intercedi per noi presso il Signore, affinché anche noi, sull’esempio tuo, possiamo vivere la fede con opere di carità, e giungere un giorno alla gioia del Cielo. Amen.