San Cirillo di Gerusalemme
San Cirillo di Gerusalemme, vescovo e Dottore della Chiesa, nasce intorno al 315 a Gerusalemme, nel periodo che segue la legalizzazione del cristianesimo sotto l’Imperatore Costantino.
Cresciuto in una famiglia cristiana, fin dalla giovinezza si dedica alla vita ascetica, scegliendo la povertà e il celibato. Ordinato sacerdote a circa trent’anni, Cirillo inizia la sua opera di formazione dei catecumeni, preparando adulti al Battesimo. È proprio in questi anni che scrive le sue celebri “Catechesi”, un’opera che racchiude la sua profonda conoscenza delle Scritture e la sua capacità di trasmettere la verità cristiana con un linguaggio semplice e penetrante, utile ancora oggi per la formazione cristiana.
Nel 348 Cirillo viene consacrato vescovo di Gerusalemme, succedendo a Massimo. Il suo episcopato si svolge in un periodo di forti tensioni teologiche, caratterizzato da correnti eretiche, in particolare l’arianesimo, che nega la piena divinità di Gesù Cristo. Cirillo si distingue subito per la sua fermezza nella difesa della fede nicena e per il suo impegno nel contrastare le eresie. Nonostante alcune difficoltà iniziali, che includono il suo presunto avvicinamento alle tesi ariane in gioventù, egli abbraccia completamente la dottrina cristiana ortodossa, riaffermando il dogma della consustanzialità tra il Padre e il Figlio. Questa posizione lo porta a scontrarsi con i sostenitori dell’arianesimo, che lo esiliano più volte.
Nel 357 Cirillo viene destituito dal suo incarico dal vescovo Acaio di Cesarea, che lo accusa di errori dottrinali, ma, grazie a un concilio episcopale, nel 359 viene riabilitato. Tuttavia, a causa delle pressioni politiche, Cirillo è costretto a un secondo esilio. Questo periodo di difficoltà si prolunga fino al 378, quando, grazie al sostegno dell’imperatore Teodosio, Cirillo può finalmente tornare a Gerusalemme. Partecipando al Concilio Ecumenico di Costantinopoli del 381, Cirillo sottoscrive il simbolo niceno-costantinopolitano, che stabilisce definitivamente la consustanzialità di Cristo con il Padre.
Oltre alla sua missione dottrinale, Cirillo è noto anche per la sua profonda spiritualità e per l’insegnamento che il cristiano deve essere un “portatore di Cristo”. La sua vita e il suo episcopato sono un esempio di fede incrollabile e di dedizione alla verità cristiana. La sua forza pastorale ha avuto un impatto duraturo sulla Chiesa, contribuendo alla sua unità e alla diffusione della verità evangelica.
La tradizione attribuisce a San Cirillo anche alcuni miracoli legati alla sua intercessione, tra cui guarigioni miracolose e la protezione divina durante i periodi di esilio. La sua canonizzazione e la proclamazione come Dottore della Chiesa nel 1882 da Papa Leone XIII sono il riconoscimento del suo straordinario contributo alla teologia e alla vita cristiana. San Cirillo di Gerusalemme rimane oggi una guida per la Chiesa, attraverso la sua testimonianza di fede, dottrina e preghiera cristiana.
“Dacci, te ne preghiamo. Dio onnipotente, per intercessione del beato vescovo Cirillo, di avere di te, solo vero Dio, e di Colui che mandasti, Gesù Cristo, una tale conoscenza, che meritiamo di essere perpetuamente annoverati nelle pecorelle che ascoltano la sua voce. Amen”.