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Riforma del diritto di famiglia: come aggiornare un’eredità di 50 anni fa

Il diritto di famiglia in Italia ha subito una trasformazione radicale con la riforma del 1975, che ha rappresentato un punto di svolta nella legislazione familiare.

Questa riforma ha introdotto principi fondamentali come l’uguaglianza dei coniugi, la comunione dei beni, l’eliminazione della dote e il riconoscimento dei diritti dei figli nati fuori dal matrimonio. Tuttavia, a cinquant’anni dalla sua attuazione, è fondamentale riflettere su come queste norme si siano evolute e su quali ulteriori cambiamenti siano necessari per adeguarsi alle nuove realtà sociali.

Diritto di Famiglia: il contesto della riforma del 1975

La riforma del ’75 è avvenuta in un contesto di forti tensioni sociali e politiche. La legge sul divorzio, approvata nel 1970, aveva già suscitato un ampio dibattito e una mobilitazione popolare, culminando in un referendum per la sua abrogazione. Solo dopo un lungo iter legislativo, il nuovo codice del 1975 ha sostituito il precedente codice civile del 1942, che rifletteva una visione patriarcale della famiglia. La legge stabiliva che “con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri”, segnando un cambiamento culturale significativo.

Le sfide della riforma attuale

Nonostante i progressi, la riforma del 1975 ha richiesto numerosi correttivi nel corso degli anni per affrontare le sfide emergenti. Alcuni dei principali cambiamenti includono:

  1. Abolizione del diritto d’onore nel 1981.
  2. Nuova legge sulle adozioni e l’affido nel 1984.
  3. Introduzione dell’affido condiviso nel 2006.
  4. Legge sul divorzio breve nel 2015.
  5. Riconoscimento delle unioni civili nel 2016.

Tuttavia, molte di queste modifiche sono state parziali e non hanno affrontato in modo esaustivo le necessità attuali delle famiglie italiane.

Diritto di Famiglia

La necessità di un aggiornamento legislativo

Le domande che emergono oggi sono molteplici e complesse. Ad esempio, è opportuno mantenere l’assegno divorzile, concepito per matrimoni di lunga durata, in un contesto in cui i matrimoni si interrompono sempre più rapidamente? Inoltre, come garantire una reale attuazione dell’affido condiviso che si traduca in una responsabilità genitoriale effettiva? Queste questioni richiedono una riflessione approfondita su come la legge possa rispondere meglio alle trasformazioni sociali in corso.

Giulia Sapi, avvocato e presidente dell’Associazione Italiana Avvocati per la Famiglia e per i Minori (AIAF) Lombardia, ha evidenziato l’importanza di rivedere alcuni aspetti della riforma del 1975. Secondo Sapi, “la riforma ha rappresentato un passo avanti significativo, ma oggi è essenziale affrontare le contraddizioni rimaste”. Ha anche messo in luce come la comunione dei beni, concepita per proteggere il coniuge più debole, risulti obsoleta poiché molte coppie scelgono forme diverse di gestione patrimoniale.

Inoltre, Sapi ha suggerito modelli alternativi per l’assegno divorzile, ispirati a quelli di altri Paesi, come la Germania, dove si predilige una liquidazione una tantum, piuttosto che un assegno continuativo. Questo riconosce che la parte più debole non è sempre e necessariamente la donna.

Le prospettive future del diritto di Famiglia

Il cinquantesimo anniversario della riforma del diritto di famiglia rappresenta un’importante opportunità per riflettere sul passato e per immaginare un futuro che risponda alle esigenze delle famiglie moderne. La sfida è riformare una legislazione che, sebbene abbia segnato un passo avanti significativo, necessita di aggiornamenti e adeguamenti per rimanere al passo con le trasformazioni sociali in atto. È essenziale garantire che le norme attuali siano in grado di rispondere alle nuove dinamiche familiari, assicurando diritti e responsabilità equi per tutti i membri della famiglia.

Published by
Sara Cosimi