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Niccolò Agliardi: il viaggio di un padre affidatario che restituisce amore
Niccolò Agliardi, milanese di nascita e romano di adozione, è un artista poliedrico che ha costruito una carriera di successo in musica, televisione e letteratura. Laureato in lettere moderne, ha collaborato con nomi illustri della musica italiana, come Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Elisa e Francesco Vecchioni. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui una nomination agli Oscar nel 2021, un Latin Grammy Award, un Golden Globe e il premio internazionale Chioma di Berenice per la colonna sonora della serie “Braccialetti Rossi”, che ha segnato un importante punto di svolta nella sua carriera.
Tuttavia, oltre ai traguardi professionali, Agliardi ha intrapreso un percorso personale di grande significato: è diventato padre affidatario. Nel suo libro più recente, “Per un po’. Storia di un amore possibile”, racconta l’intensa esperienza vissuta con Francesco, un ragazzo che ha affrontato diversi tentativi di affido falliti. Questo libro, che ha colpito per la sua sincerità e profondità, sta per essere adattato per il grande schermo, portando la sua storia a un pubblico ancora più vasto.
La decisione di diventare padre affidatario
La decisione di diventare padre affidatario è maturata in Agliardi durante il lavoro per “Braccialetti Rossi”, dove ha avuto l’opportunità di conoscere un giovane in affido attraverso l’associazione L’Albero della Vita. Le storie che ha ascoltato lo hanno profondamente ispirato e spinto a iscriversi a un corso per diventare genitore affidatario. “Quando la vita ti offre certe opportunità, è un peccato non afferrarle”, afferma Agliardi, che ha compiuto 40 anni poco prima di intraprendere quest’avventura.
L’incontro con Francesco
La chiamata che ha cambiato la sua vita è arrivata pochi mesi dopo aver completato il corso. Agliardi è stato informato che Francesco, un giovane che stava per compiere 18 anni, aveva bisogno di una figura paterna. Quando si sono incontrati, Francesco ha condiviso con lui la sua mancanza di un padre, di una casa, di un letto e di un lavoro, poiché stava per lasciare la comunità che lo aveva accolto per dieci anni. “In quel momento, non c’era modo di rimanere indifferenti alla sua richiesta di aiuto”, racconta Agliardi. Pur riconoscendo che non stava compiendo un gesto eroico, ha sentito il dovere di restituire l’amore che aveva ricevuto nella sua vita.
Le sfide e le gioie dell’affido
Le difficoltà affrontate come padre affidatario sono state molteplici. Agliardi ha dovuto imparare a vivere con una persona che aveva esigenze di vita molto diverse dalle sue e gestire il dolore di Francesco, un fardello emotivo difficile da affrontare. Ecco alcune delle sfide principali:
- Gestire il dolore emotivo: “Ci sono dolori profondi che talvolta non possono nemmeno essere raccontati”, spiega Agliardi.
- Incoraggiare l’istruzione: Ha applicato una tecnica di depotenziamento, incoraggiando Francesco a continuare a frequentare la scuola e a mantenere una vita sociale.
- Affrontare il passato: Ha dovuto rispettare il passato di Francesco, pur non avendolo vissuto con lui.
La sua esperienza con Francesco è stata così positiva che Agliardi ha deciso di continuare il suo percorso di padre affidatario, accogliendo Sam, un ragazzo di 14 anni. “Sam è molto simile a me e ha una voglia di vivere che mi ha permesso di costruire un legame profondo. A differenza di Francesco, che era arrabbiato con le istituzioni, Sam desiderava una seconda possibilità,” racconta Agliardi, esprimendo il suo entusiasmo nell’essere un genitore per lui.
Agliardi ha compreso l’importanza dell’adattamento e della pazienza. Ha imparato a rispettare il passato dei suoi figli e ha dovuto anche prendere decisioni difficili quando necessario. “Da uomo single, era facile per me voltare pagina di fronte a un problema, ma con i figli questa scelta non è possibile”, riflette Agliardi.
La pubblicazione del libro e la consapevolezza sull’affido
L’idea di scrivere il libro è nata dal bisogno di mettere nero su bianco le emozioni e le esperienze vissute con Francesco. Agliardi spera che il suo libro possa servire da guida per altre famiglie che considerano l’affido, sottolineando che, nonostante le difficoltà, ci sono anche momenti di gioia e bellezza in questo percorso. “L’affido ha una durata limitata nel tempo, ma le relazioni che si creano sono durature”, afferma con orgoglio.
Nonostante l’importanza di questo tema, Agliardi sottolinea che in Italia si parla poco di affido. “I miei amici hanno imparato cosa significhi grazie alla mia esperienza, ma c’è ancora molta confusione. È fondamentale che le persone sappiano di non essere sole in questo percorso e che ci sono professionisti pronti ad aiutare”, conclude. La generosità è fondamentale, ma è altrettanto importante che i ragazzi sappiano che non saranno mai abbandonati, nemmeno nei momenti più difficili.