Pellegrinaggi

Medjugorje e San Leopoldo Mandic un legame spirituale al servizio della Misericordia

San Leopoldo Mandic, montenegrino di nascita,  non è mai stato a Medjugorje eppure il piccolo cappuccino ed il paesino della Bosnia-Erzegovina sono diventati entrambi simboli viventi della misericordia di Dio.

Uniti da un filo spirituale, un legame profondo che si basa su uno di quei cinque sassi che la Regina della Pace ci ha indicato come sostegno della nostra fede: il sacramento della Riconciliazione. Lui, che proprio della riconciliazione ha fatto il centro della propria missione spirituale, dall’alto dei cieli, vede la sua statua al fianco dei confessionali di Medjugorje, quel luogo di grazia riconosciuto dai fedeli come il confessionale del mondo. Un invito concreto per i pellegrini a riscoprire la bellezza e la potenza del perdono che Dio offre a chi si avvicina a Lui con cuore pentito e contrito.

La vita di San Leopoldo Mandic

Leopoldo da Castelnovo, nato Bogdan Mandić il 12 maggio 1866 a Castelnovo (oggi Herceg Novi), in Montenegro, era il decimo di dodici figli di Pietro Mandic e Carlotta Carevic. Fin da giovane, mostrò una forte pietà ed una spiccata vocazione religiosa. A 18 anni, entrò nell’Ordine dei Cappuccini, ricevendo il nome di fra Leopoldo. Dopo gli studi a Padova e Venezia, fu ordinato sacerdote nel 1890. Non potendo predicare a causa di problemi fisici, si dedicò al ministero della Confessione. Passava ore nel confessionale, accogliendo con amore e pazienza ogni penitente, senza mai giudicare ma sempre portando la luce della misericordia di Dio. Un vero un apostolo della Riconciliazione, confessore in diverse città italiane, tra cui Venezia, Bassano del Grappa, e Padova, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Morì il 30 luglio 1942 a Padova, lasciando un esempio raro di dedizione al tale Sacramento.

Statua San Leopoldo Mandic Medjugorje (www.mdjugorje.it)

Il legame tra Medjugorje e San Leopoldo

Anche Medjugorje è strettamente legata alla Riconciliazione. Fin dalle prime apparizioni della Madonna, nel 1981, la chiamata alla Conversione ed al Sacramento della Confessione è stata una delle richieste più forti e costanti. I messaggi di Maria, che invitano a tornare a Dio con cuore puro, si concentrano proprio sulla necessità di purificarsi attraverso il Perdono e la Riconciliazione. Medjugorje è così diventata il confessionale del mondo dove milioni di pellegrini si sono avvicinati o riavvicinati, con maggior consapevolezza, al Sacramento della Penitenza, trovando in esso un nuovo inizio ed un rinnovato incontro con la misericordia di Dio Padre.

Alla luce di tutto questo, la presenza della statua di San Leopoldo Mandic lì, vicino ai confessionali, acquista un significato ancor più profondo. San Leopoldo diventa un modello di chi ha vissuto la sua missione di perdono in modo radicale e totale. Quella scultura non è più una mera rappresentazione di un santo, ma un invito costante a seguirne l’esempio, ad avvicinarsi al Sacramento della Penitenza con fiducia, sapendo che il perdono di Dio è sempre più grande di ogni nostro peccato.

Un richiamo a vivere concretamente ciò che egli ha predicato: perché, grazie alla Riconciliazione, c’è sempre la possibilità di un nuovo inizio, di un ritorno a Dio, di una trasformazione che parte dal cuore di chi si affida alla misericordia dell’Onnipotente, come è stato per lui e come la Madonna ci indica a Medjugorje. In un certo senso possiamo dire che il piccolo Grande Santo, insegnandoci che la Confessione non è mai un peso, ma una via di libertà, di pace e di gioia nel cuore, diventa una guida spirituale per tutti coloro che si accostano al confessionale, un intercessore che, dalla sua vita di consacrazione al perdono, aiuta i fedeli a riconoscere la Potenza dell’Amore di Dio.

Published by
Cristiano Sabatini