Quella della parrocchia di San Giacomo è una storia che affonda le radici in tempi lontani, fatta di intuizioni inspiegabili e di un edificio più grande del necessario il cui senso si è compreso solo molti anni dopo.
Qui a Medjugorje, nota ormai al mondo intero per le sue apparizioni mariane, anche la sua chiesa ha qualcosa di affascinante e spirituale da far conoscere: dalla sua intitolazione per finire alle, vedremo perché, sproporzionate dimensioni. Una serie di intuizioni/ispirazioni o forse sarebbe meglio dire Dio-incidenze che alla lunga si sono rivelate fondamentali per l’accoglienza di una fede che non ha confini.
Correva l’anno 1892 quando, in questa piccola frazione del comune di Čitluk, venne fondata la Parrocchia di Medjugorje. Inizialmente, il luogo di culto che sorgeva nel paese, era stato pensato solo per i locali, poche centinaia di anime. Ma, come spesso accade in luoghi predestinati e pieni di spiritualità, le intuizioni divine giocarono un ruolo importante. La chiesa fu intitolata a San Giacomo protettore dei pellegrini e, già questo fatto, riletto a quasi un secolo di distanza, si rivelerà un segno tangibile di ciò che qui sarebbe accaduto quel 25 giugno del 1981. L’edificio era però fondato su di un terreno instabile e crepe e fessurazioni iniziarono a comparire già a partire dalla fine della Prima Guerra Mondiale.
Questo problema divenne talmente evidente che si cominciò a discutere della sua sicurezza e della possibilità di costruirne una nuova. Il progetto venne approvato nel 1934 ed i lavori iniziarono l’anno successivo, ma la Seconda Guerra Mondiale interruppe bruscamente tutto. Si dovette attendere il 1966 prima di poter rimettere mano al cantiere e finalmente, nel 1969, la nuova chiesa, simbolo di una nuova era per la parrocchia e per il villaggio intero, fu definitivamente consacrata.
Il secondo aspetto, che rende la storia della parrocchia di San Giacomo ancor più straordinaria, è la scelta fatta dei progettisti. Questi, senza una motivazione apparente, decisero di realizzare un edificio molto più grande rispetto a quanto fosse necessario. Una decisione di difficile comprensione per l’epoca che, col passare degli anni, si rivelò a dir poco lungimirante.
Infatti, nel 1981, quando la Regina della Pace iniziò a manifestarsi ai veggenti, la chiesa non fu solo testimone di miracoli e segni divini, ma si trasformò nel punto di riferimento per milioni di fedeli che cominciarono ad arrivare da ogni parte del mondo. E quella allora enorme chiesa, costruita per contenere una piccola comunità, divenne, quasi da subito, da troppo grande ad insufficiente per la sempre crescente affluenza di pellegrini.
Fu così che, nel 1989, venne creato uno spazio esterno, con un altare all’aperto, in grado di ospitare più di 5.000 persone, pensato per i grandi raduni estivi e le celebrazioni che, nei decenni successivi, hanno portato a Medjugorje milioni di persone. Quello che sembrava essere solo un piccolo paese rurale sperduto, oggi, anche per il Vaticano è, usando le parole del Nunzio Apostolico mons. Cavalli, “un luogo di grazia che il Signore ha scelto per farsi incontrare”. Un luogo di incontro universale, dove la fede unisce persone di tutte le età e provenienze. La chiesa di Medjugorje, con la sua storia è diventata così anche un simbolo di come le cose apparentemente senza senso possano prendere direzioni inaspettate.
Dall’agosto del 2022 il parrocco di San Giacomo a Medjugorje è Padre Zvonimir Pavičić. Il giovane sacerdote, ordinato sacerdote a Mostar il 25 giugno del 2017, vi nacque nel 1989. Dopo aver frequentato tutte le scuole, dalle elementari alle superiori, a Široki Brijeg, si è laureato alla Facoltà di Teologia di Zagabria nel 2017. Il suo primo incarico fu proprio qui a Medjugorje nel 2017, prima come diacono e poi come vice parroco.