San Francesco d’Assisi, noto come il “poverello”, ha cambiato il concetto di santità e povertà attraverso la sua vita di umiltà e amore per la natura. Tuttavia, è la sua esperienza mistica, avvenuta nel 1224 sul Monte della Verna, che lo ha reso il primo santo a ricevere le stimmate.
Questo evento straordinario ha ispirato artisti di grande fama, da Giotto a Van Eyck, che hanno cercato di catturare l’essenza di questo momento di grazia e sofferenza. Le stimmate, simbolo profondo della passione di Cristo, riflettono non solo la spiritualità del santo, ma anche le concezioni artistiche e religiose del loro tempo.
Le stimmate di San Francesco celebrate nei musei della Lombardia
La biografia di Francesco, scritta da Bonaventura da Bagnoregio, descrive vividamente questo passaggio cruciale della vita del santo: “Francesco discese dal monte e portava in sé l’effigie del Crocifisso, raffigurata non su tavole di pietra o di legno dalla mano di un artefice, ma disegnata nella sua carne dal dito del Dio vivente”. Queste parole evocano un’immagine potente che continua a risuonare nell’arte e nella cultura contemporanea.
Quest’anno, per celebrare l’ottocentesimo anniversario di quell’esperienza mistica, la Fondazione Terra Santa ha avviato un’iniziativa di grande rilevanza: “800 anni dalle Stimmate di san Francesco”. Questo progetto si sviluppa come un museo diffuso, coinvolgendo una rete di musei e gallerie d’arte in Lombardia. Le istituzioni museali partecipanti includono:
- Museo della Basilica di Gandino
- Museo d’Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia
- Musei diocesani di Brescia e Cremona
- Gallerie a Milano, Pavia e Varese
Il museo diffuso ha come obiettivo non solo di esporre opere d’arte legate alle stimmate, ma anche di riflettere sul significato profondo delle “ferite d’amore” che esse rappresentano. Questi segni, portati da Francesco nel suo corpo, simboleggiano il dono totale di sé e la connessione con la sofferenza e la passione di Cristo. Frate Francesco Ielpo, presidente della Fondazione Terra Santa, ha descritto questa iniziativa come un’opportunità preziosa per lasciarsi “toccare” dalla bellezza dell’arte, che ha la capacità di imprimere nel cuore segni indelebili.
Inoltre, Giuseppe Caffulli, direttore della fondazione, ha sottolineato come Francesco d’Assisi abbia influenzato innumerevoli aspetti della cultura italiana, non solo spirituali, ma anche linguistici ed economici. La sua eredità è visibile in ogni città italiana, dove le tracce del francescanesimo sono presenti in opere d’arte, architettura e tradizioni locali. Ad esempio, la Pinacoteca Ambrosiana di Milano ha selezionato opere significative per questa celebrazione, tra cui una tela di Daniele Crespi che raffigura una Madonna con Bambino e San Francesco stigmatizzato, creando un dialogo profondo tra sacro e umano.
Il Saio di San Francesco in esposizione
Parallelamente, a Firenze, è aperta fino al 3 novembre una mostra intitolata “L’ultimo Sigillo”, che esplora il legame tra il Monte della Verna e la città. Questa esposizione presenta il prezioso “Saio di San Francesco”, che torna in città dopo cinquecento anni, offrendo un’esperienza immersiva attraverso video e installazioni artistiche. Fra Matteo Brena, segretario del comitato per le celebrazioni, ha descritto questa mostra come un messaggio di guarigione e speranza, in un tempo segnato da conflitti e incertezze.
La mostra di Firenze include anche conferenze e tavole rotonde che approfondiscono il legame tra San Francesco, la città e il convento del Monte della Verna. Questi eventi rappresentano un’importante occasione di riflessione e discussione, coinvolgendo esperti e membri dell’Ordine dei Frati Minori, e offrendo una visione più profonda della figura di Francesco e del suo impatto duraturo sulla cultura e la spiritualità italiana.
In conclusione, l’iniziativa “800 anni dalle Stimmate di san Francesco” è un’opportunità unica per riscoprire e celebrare non solo la vita e l’opera del santo, ma anche il suo inestimabile contributo alla cultura, all’arte e alla spiritualità, ancora oggi così vivi e presenti nel nostro patrimonio collettivo.