Le Reliquie della Passione sono più di quelle che conosci: significato storico e spirituale
Con l’avvicinarsi della Settimana Santa, Roma, la Città Eterna, custodisce molte reliquie della Passione di Cristo.
Tra queste, la Santa Croce di Gerusalemme presenta frammenti della croce e la corona di spine, importanti per la fede cattolica. Qui si trova anche il Titulus Crucis e il dito di Santo Tommaso. Altre reliquie si trovano nelle basiliche vicine, tra cui la Colonna della Flagellazione e un frammento della lancia di Longino.
Con l’arrivo della Settimana Santa, Roma, la Città Eterna, si trasforma in un palcoscenico di spiritualità e riflessione, richiamando l’attenzione su alcune delle reliquie più significative legate alla Passione di Cristo. Questi oggetti sacri, custoditi in diverse basiliche e cappelle della capitale italiana, non solo rappresentano un legame tangibile con la storia della fede cristiana, ma sono anche venerati da milioni di pellegrini e visitatori che desiderano approfondire la propria spiritualità.
Le reliquie, secondo la tradizione cristiana, sono considerate strumenti attraverso i quali Dio può manifestare la sua grazia. Anche se la Chiesa non obbliga a credere nella loro autenticità, esse offrono un punto di riferimento concreto per i fedeli, permettendo di rivivere momenti cruciali della vita di Gesù. Tra le basiliche romane, la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme si distingue per la sua ricca collezione di reliquie. Qui, si trova la “cappella delle reliquie”, dove sono esposti al pubblico alcuni dei più importanti oggetti legati alla Passione.
Tra le reliquie più celebri custodite nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme ci sono i frammenti della Croce di Cristo. Secondo la tradizione, questi furono portati a Roma da Santa Elena, madre dell’imperatore Costantino, durante il suo viaggio in Terra Santa intorno al 326 d.C. Santa Elena, desiderosa di rintracciare il luogo della crocifissione, riuscì a identificare il Calvario grazie ai racconti dei locali, nonostante i tentativi di nasconderne la storia con la costruzione di un tempio pagano.
La tradizione narra che, per identificare la vera Croce, Santa Elena fece posizionare alcuni frammenti accanto a una donna malata. Quando essa toccò la croce, si risvegliò miracolosamente dalla sua malattia, confermando così l’autenticità del legno. Oggi, questi preziosi frammenti sono custoditi in un reliquiario realizzato nel XIX secolo e rappresentano un simbolo di fede e speranza per i pellegrini che visitano la basilica.
Un’altra reliquia di grande significato è la corona di spine che, secondo il Vangelo di Giovanni, fu posta sulla testa di Gesù durante la sua flagellazione. Due delle spine originali sono esposte nella cappella delle reliquie, testimoniando il dolore e le sofferenze che Cristo ha sopportato per l’umanità.
Accanto a queste, si trova il Titulus Crucis, la tavoletta su cui era scritto “Gesù Nazareno, Re dei Giudei”. Questa scritta, in ebraico, greco e latino, fu ordinata da Ponzio Pilato di essere affissa sopra la croce. Sebbene la sua provenienza non sia completamente chiara, si ritiene che sia stata portata a Roma nel VI secolo. L’iscrizione “I. NAZARINVS RE” è ancora visibile e continua a richiamare l’attenzione di studiosi e credenti.
Nella cappella è possibile ammirare anche il dito di Santo Tommaso, il discepolo che, secondo il Vangelo, non credette nella resurrezione di Gesù fino a quando non toccò le sue ferite. “Tommaso, metti il tuo dito qui, e guarda le mie mani” (Giovanni 20:27) è la frase che riecheggia tra i visitatori, sottolineando l’importanza della fede e della prova tangibile.
Inoltre, un frammento del patibolo del buon ladrone, crocifisso accanto a Gesù, è conservato in questa cappella. Questi oggetti non sono solo reliquie, ma rappresentano storie di redenzione e speranza, avvicinando i visitatori alla comprensione della Passione.
A pochi passi dalla Basilica di Santa Croce si trova la Basilica di San Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma e sede episcopale del Papa. Qui, in una cappella laterale, è custodito un pezzo della tavola su cui Gesù celebrò l’Ultima Cena. Questo luogo sacro è un richiamo costante alla celebrazione dell’Eucaristia, momento centrale della vita cristiana.
Un’altra reliquia significativa è la Scala Santa, i 28 gradini che Gesù salì prima di essere giudicato da Ponzio Pilato. Questi gradini, oggi rivestiti di legno e accessibili solo in ginocchio, sono un luogo di penitenza e riflessione per i fedeli.
La Basilica di Santa Prassede ospita la colonna alla quale Gesù fu legato durante la flagellazione. La tradizione racconta che la sua dimensione ridotta fosse dovuta al fatto che i soldati costringevano Gesù a piegarsi, intensificando così il dolore delle frustate. Un frammento di questa colonna fu donato a Luigi IX di Francia in cambio di tre spine della Corona di Cristo, di cui due sono conservate nella Basilica di Santa Croce e la terza è andata perduta.
Infine, un frammento della lancia con cui il centurione Longino trafisse il costato di Gesù è custodito nella Basilica di San Pietro, sopra la statua di Santa Elena. Questa reliquia, splendente di oro, è un segno tangibile della sofferenza di Cristo e della sua missione redentiva.
Queste reliquie, testimoni silenziosi della Passione, continuano a ispirare e a richiamare i fedeli, fungendo da ponte tra il passato e il presente, tra la storia e la fede. La loro importanza non è solo storica, ma anche spirituale, rendendole un elemento fondamentale del patrimonio religioso di Roma.