Le donne nel Vangelo: un ruolo fondamentale per Gesù
Nel contesto della Sacra Scrittura, la figura della donne si evolve significativamente, riflettendo non solo il ruolo sociale e culturale dell’epoca, ma anche il modo in cui Dio si rivela e interagisce con l’umanità.
Il catechismo della Chiesa cattolica sottolinea l’importanza della dignità umana e l’uguaglianza fondamentale tra uomo e donna, un principio che trova le sue radici bibliche.
Nell’Antico Testamento, le donne occupano un posto variegato. Il loro ruolo era quello di accudire la casa, i figli, il marito con sottomissione e obbedienza. Tipica realtà legata alla società tribale del tempo. Ciò nonostante personaggi come Sara, Rebecca, Rachele e Lea risultano centrali nella storia del popolo di Israele. La loro importanza è innegabile:
Il libro di Rut è un racconto di fedeltà e amore, e mostra come le donne possano essere fonte ed ispirazione di cambiamento e di benedizione.
Con l’inizio della vita pubblica di Cristo, nel Nuovo Testamento, il ruolo della donna viene stravolto da Gesù nonostante la società viva ancora seguendo le leggi tramandate dalla tradizione e consideri la donna con sottomissione.
In Luca 8,1-3, si parla delle donne che seguivano Gesù tra cui Maria Maddalena, Giovanna e Susanna. Queste donne non solo sostenevano il lavoro di Gesù, ma testimoniavano anche la sua opera prima e la sua Risurrezione poi, un ruolo che non può essere sottovalutato. Lo fecero con coraggio e fiducia totale nel Messia perché l’allontanarsi dai propri focolai domestici per seguire un gruppo di uomini era inconcepibile per la mentalità dell’epoca. E questo costò loro infamie e maldicenze ma Gesù, nella sua missione, ruppe molte convenzioni sociali del suo tempo, e trattò le donne con pari rispetto e dignità degli uomini: uno scandalo per l’epoca.
Un episodio particolarmente significativo è quello della Samaritana al pozzo (Giovanni 4, 1-42), dove Gesù rompe le barriere culturali e religiose parlando con una donna samaritana ovvero una straniera, una fuori dalla realtà del popolo di Israele, una lontana. Quella donna la cui vita non era così trasparente agli occhi della sua gente, diventa una delle prime evangeliste, portando la buona notizia del Messia al suo popolo. Questo incontro rivela la missione universale di Cristo e la sua apertura verso tutti, indipendentemente dal genere o dall’etnia. Dio per il suo disegno salvifico si serve di chiunque e spesso proprio degli ultimi e dei dimenticati.
Maria, madre di Gesù, rappresenta l’apice della dignità femminile nella tradizione cristiana. Il suo “sì” all’angelo Gabriele (Luca 1,26-38) segna l’inizio della salvezza per l’umanità. Maria è venerata non solo come madre di Dio, ma anche come esempio di fede e obbedienza. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 487) sottolinea che “Maria, per la sua fede, è la madre dei credenti”, evidenziando come la sua vita sia un modello non solo per tutte le donne ma per l’umanità intera.
Le donne non sono semplici figure di sfondo nei Vangeli, ma protagoniste attive nella storia della salvezza. La risurrezione di Gesù è annunciata per prima a Maria Maddalena (Giovanni 20, 1-18), e le donne sono le prime testimoni della resurrezione. Questo gesto di affidare a loro una notizia così fondamentale evidenzia la loro importanza nel piano di Dio.
La figura della donna nel Vangelo diventa dunque quella di una creatura amata e rispettata, che gioca un ruolo centrale nella missione di Gesù e nella storia della salvezza. L’insegnamento della Chiesa cattolica riconosce e celebra questa importanza, invitando tutti a valorizzare il contributo e la missione delle donne nel mondo. Una cosa che ancora oggi non avviene in molte, troppe parti della terra.