La Quaresima è un tempo di riflessione, di conversione e di rinnovamento spirituale, che ci invita a esplorare le nostre relazioni con gli altri e con Dio.
Don Tonino Bello, noto vescovo di Molfetta, ha saputo esprimere il significato di questo cammino attraverso le sue celebri parole: «Cenere in testa e acqua sui piedi». Questi elementi, la cenere e l’acqua, non sono solo simboli liturgici, ma rappresentano un percorso interiore che ogni credente è chiamato a intraprendere.
Il mercoledì delle ceneri e il significato della cenere
Il mercoledì delle ceneri segna l’inizio di questo cammino. La cenere, simbolo di penitenza, viene imposta sulla fronte dei fedeli con la formula «Convertiti e credi al Vangelo». Questo gesto, pur semplice, ha un peso enorme. La cenere, leggera ma d’impatto, ci ricorda:
- La nostra fragilità
- La transitorietà della vita
- L’urgenza di una conversione autentica
È un richiamo che risuona nella nostra coscienza, invitandoci a riflettere sull’importanza di voltare pagina e lasciarci alle spalle le ombre del peccato.
L’acqua e il servizio
Il secondo elemento, l’acqua, ci porta a riflettere sul servizio e sull’umiltà. Il Giovedì Santo, con il rito della lavanda dei piedi, ci ricorda che il vero servizio si esprime attraverso atti concreti di amore e umiltà. L’immagine di Gesù che si china per lavare i piedi ai suoi discepoli è una delle più potenti del cristianesimo: qui, il Maestro si fa servo, mostrando che la vera grandezza sta nel mettere gli altri al primo posto.
L’acqua, simbolo di vita, purificazione e rinnovamento, ci invita a essere disponibili e generosi, mettendo in pratica l’amore cristiano nel quotidiano. Don Tonino ci ricorda che, per vivere appieno questo servizio, è necessario partire da una consapevolezza profonda della nostra umanità. La lavanda dei piedi diventa così un’azione che parla di compassione e di condivisione, un gesto che ci chiama a toccare la vita degli altri con delicatezza e rispetto.
Un cammino di crescita
Il viaggio quaresimale si snoda tra questi due simboli: la cenere e l’acqua. Entrambi parlano di un cammino di crescita e di continua ricerca di autenticità nel nostro rapporto con Dio e con gli altri. È un percorso che richiede impegno e dedizione, invitandoci a guardare dentro di noi e a riconoscere le nostre fragilità, ma anche a metterle al servizio degli altri.
In questo contesto, possiamo riflettere su come la Quaresima di Don Tonino Bello si inserisca in una tradizione più ampia di spiritualità cristiana, che ha sempre posto l’accento sull’importanza della penitenza e del servizio. La Chiesa, attraverso i secoli, ha cercato di guidare i fedeli verso una vita che coinvolge profondamente il cuore e la mente.
La Quaresima diventa così un’opportunità di rinnovamento, un tempo di grazia in cui possiamo riscoprire la bellezza della nostra fede. È un periodo in cui possiamo apprendere a guardare oltre noi stessi, aprendo le porte dei nostri cuori per accogliere gli altri. La cenere e l’acqua, in questo senso, diventano simboli di una conversione che non è solo personale, ma anche comunitaria.

Il valore del Servizio
In un mondo che spesso dimentica il valore del servizio e della solidarietà, il messaggio di Don Tonino è più attuale che mai. Ci invita a vivere la nostra fede in modo autentico, mettendoci in cammino verso gli altri, pronti a condividere le nostre vite, le nostre speranze e le nostre fatiche. A questo punto, possiamo domandarci: come possiamo trasformare questo richiamo in azioni concrete nella nostra quotidianità? Come possiamo permettere che la cenere e l’acqua plasmino il nostro modo di vivere, di amare, di servire?
Siamo chiamati a vivere un’esperienza di fede che si traduce in gesti di amore e di servizio, un cammino che ci conduce dalla cenere all’acqua, dal pentimento al servizio, in un incessante ritorno a casa, verso la nostra vera identità di figli e figlie di Dio.