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La straordinaria vita di Alexander Fleming: da una muffa a una rivoluzione antibiotica

Quando si parla di Alexander Fleming, raramente si considera che il suo straordinario percorso sia stato accompagnato da un’intensa curiosità e da un acuto ingegno.

La scoperta della penicillina, il primo antibiotico mai esistito, ha segnato una svolta fondamentale nella cura delle malattie infettive, aprendo la strada a una nuova era nella medicina. La vita di Fleming è un esempio lampante di come eventi casuali possano trasformarsi in scoperte che cambiano il corso della storia.

La vita di Alexander Fleming

Nato l’8 agosto 1881 a Darval, in Scozia, Fleming proveniva da una famiglia modesta e affrontò numerose difficoltà. La perdita del padre all’età di sette anni segnò l’inizio di una vita di sfide. Dopo aver completato il diploma, si trasferì a Londra, dove trovò lavoro in una compagnia di navigazione. La sua vita cambiò radicalmente nel 1902, quando ereditò 250 sterline dallo zio John, permettendogli di iscriversi al Saint Mary’s Hospital e di laurearsi in Chirurgia nel 1906.

La carriera di Fleming subì una svolta significativa quando, sotto la guida del noto batteriologo Almroth Wright, iniziò a lavorare nel Dipartimento di Inoculazione. Con l’arrivo della Prima Guerra Mondiale, la necessità di vaccini e cure efficaci divenne cruciale. Fleming seguì Wright in Francia, contribuendo alla somministrazione di vaccini anti-tifo ai soldati.

La scoperta della penicillina

Nel 1922, un episodio apparentemente insignificante segnò l’inizio di una delle scoperte più importanti della medicina. Mentre era raffreddato, Fleming utilizzò il suo muco nasale per un esperimento, lasciando cadere una lacrima su una piastra di coltura. Al suo ritorno in laboratorio, notò che i batteri erano cresciuti ovunque tranne che nel punto in cui era caduta la lacrima. Questa scoperta portò al lisozima, un enzima capace di sciogliere le pareti cellulari dei batteri, sebbene fosse efficace solo contro batteri innocui.

La vera svolta avvenne nel 1928, quando Fleming trovò una piastra di coltura contaminata da una muffa blu-verdastra. Notò che attorno a quella muffa, appartenente al genere Penicillium, i batteri erano assenti. Realizzò di aver scoperto una sostanza antibatterica che avrebbe chiamato penicillina. Nonostante la portata rivoluzionaria della scoperta, all’epoca non c’erano mezzi adeguati per produrla in quantità sufficienti.

L’impatto della penicillina e le sfide future

La Seconda Guerra Mondiale creò un’immediata domanda di penicillina, spingendo scienziati come Fleming, Ernst Boris Chain e Howard Florey a trovare metodi di produzione su larga scala. Nel 1941, la microbiologa Mary Hunt scoprì una muffa particolarmente produttiva di penicillina, dando una spinta decisiva alla produzione di massa dell’antibiotico.

La penicillina divenne rapidamente un simbolo di speranza durante la guerra, salvando innumerevoli vite e alimentando l’interesse per questo nuovo farmaco. Storie di guarigioni miracolose, come quella di Winston Churchill dalla polmonite, sottolinearono l’importanza della penicillina. Tuttavia, la scoperta di Fleming portò anche a una nuova sfida: l’antibiotico-resistenza. Con l’uso crescente degli antibiotici, i batteri iniziarono a sviluppare resistenza, creando una crisi sanitaria globale.

Alexander Fleming riceve il Nobel da sua maestà Gustavo V di Svezia (www.lanotizia.net)

L’allarme di Fleming sugli antibiotici

Fleming, consapevole di questi rischi, lanciò avvertimenti già durante la cerimonia di assegnazione del premio Nobel nel 1945, sottolineando la necessità di un uso responsabile degli antibiotici. La sua scoperta ha cambiato il volto della medicina, ma ha anche evidenziato la responsabilità che scienziati e medici hanno nei confronti della salute pubblica.

La vita di Alexander Fleming è un racconto di scoperte casuali, colpi di fortuna e decisioni che hanno avuto un impatto duraturo sulla società. La sua eredità vive attraverso la penicillina e la consapevolezza del rischio di resistenza agli antibiotici. La lotta contro le infezioni continua, e la necessità di innovazione e responsabilità nell’uso degli antibiotici è più attuale che mai.

Published by
Sara Cosimi