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La Scala Santa: i gradini della Passione di Cristo

Il Santuario della Scala Santa, a pochi passi dalla Basilica di San Giovanni in Laterano, è un luogo di profonda venerazione e spiritualità.

Considerato il Santuario della Passione di Cristo, conserva i ventotto gradini che la tradizione indica come quelli saliti da Gesù nel Pretorio di Ponzio Pilato, prima di affrontare il suo destino di crocifissione. Questi gradini furono portati a Roma dalla madre dell’imperatore Costantino, Sant’Elena, che nel suo viaggio in Terra Santa tra il 327 e il 328 d.C. condusse ricerche archeologiche per identificare i luoghi sacri legati alla vita di Cristo, guadagnandosi il titolo di prima archeologa cristiana.

Un giubileo di affluenza e di fede

Dal 1854, la Scala Santa è custodita dai Religiosi Passionisti, una comunità fondata da San Paolo della Croce, il cui carisma è quello di promuovere la memoria della Passione di Cristo. Questa missione risuona nelle parole del fondatore, che definiva la Passione come “la più grande e stupenda opera del divino amore”.

Il Santuario attira annualmente un grande numero di pellegrini. Solitamente, i visitatori superano il mezzo milione, ma quest’anno, in occasione del Giubileo, si prevede che la cifra arrivi a un milione. Il rettore, Padre Leonello Leidi, ci racconta delle varie iniziative programmate per quest’anno santo, tra cui: la celebrazioni della Via Crucis e una Messa internazionale ogni venerdì pomeriggio, escludendo i mesi estivi

La storia della Scala Santa è legata a Papa Sisto V, che nel 1590 ordinò il trasferimento della scala dall’antico Patriarchio al suo attuale luogo. Secondo le cronache, il trasporto avvenne in una sola notte, un’impresa che evidenzia la sacralità del luogo. Già dall’anno Mille, i pellegrini identificavano questi 28 gradini come quelli calpestati da Cristo durante il suo processo.

La tradizione vuole che la Scala Santa venga percorsa in ginocchio, un atto di penitenza e identificazione con la Passione. I segni lasciati nel marmo dai pellegrini sono evidenti nei solchi scavati nei gradini. Nel 1724, Papa Innocenzo XIII decise di ricoprire i gradini con legno di noce per preservarne la struttura.

All’inizio, all’undicesimo e all’ultimo gradino, si trovano degli oblò che rivelano croci di ottone e marmo, simboli della tradizione medievale secondo cui su questi scalini sarebbero cadute gocce del Sangue di Cristo. Queste macchie, pur essendo oggi invisibili, continuano a ispirare devozione nei pellegrini, che lì si fermano per pregare e lasciare oggetti religiosi come rosari, crocifissi e fotografie di persone care.

Recentemente, sono stati effettuati lavori di restauro che hanno permesso di installare un montascale in una delle scale laterali, rendendo il percorso accessibile anche a chi ha difficoltà motorie. Questo è un passo significativo per garantire che tutti possano partecipare al pellegrinaggio e ricevere l’indulgenza plenaria, concessa ogni giorno dell’anno, a prescindere dal Giubileo.

Il Santuario è abbellito da 75 affreschi biblici realizzati da almeno 12 pittori nel XVI secolo, arricchendo l’esperienza spirituale del pellegrino e guidandolo attraverso la storia della salvezza. La superficie decorativa totale raggiunge i 1700 mq, e le opere aiutano i visitatori a meditare profondamente sulla Passione di Cristo mentre ascendono i gradini.

Cappella di San Lorenzo in Palatio

La Cappella di San Lorenzo in Palatio

Una volta raggiunta la cima della Scala Santa, ci si trova di fronte alla Cappella di San Lorenzo in Palatio, nota anche come “Sancta Sanctorum”. Questa cappella, originariamente parte del Patriarchio, è datata all’ottavo secolo e serviva come cappella privata dei Papi. Padre Leidi la descrive come la “Cappella Sistina dei primi tempi”, un luogo dove si svolgevano importanti funzioni durante la Settimana Santa, e dove si dava inizio alla processione di intronizzazione del Papa.

Si narra che Bonifacio VIII concepì l’idea del primo Giubileo del 1300 proprio in questo luogo sacro. La cappella è adornata da un’imponente porta in bronzo e presenta un pavimento cosmatesco, un mosaico di porfido, granito e marmo proveniente da antichi monumenti dell’epoca imperiale.

All’interno della cappella si trova un’antica icona di Cristo in trono, venerata come il “Santissimo Salvatore”. Questa icona, risalente tra la fine del V e l’inizio del VI secolo, è avvolta nel mistero per quanto riguarda la sua origine. Secondo la leggenda, sarebbe stata iniziata dall’evangelista Luca e completata dagli angeli, guadagnandosi il titolo di “acheropita”, ovvero “non dipinta da mano umana”.

Durante i secoli, i Papi si recavano nella Cappella di San Lorenzo per assistere all’Anastasis, un rito che evocava la resurrezione di Cristo. Inoltre, ogni anno, l’icona veniva portata in processione al Foro Romano, unendo simbolicamente il passato e il presente della fede cristiana.

La cappella custodisce anche un altare di epoca carolingia, accessibile solo al Papa, dove sono conservate preziose reliquie di santi, tra cui oggetti legati alla vita di Cristo stesso. Un reliquiario di legno e cristallo ospita un frammento del triclinio dell’Ultima Cena, testimoniando l’importanza di questo luogo nel tessuto della tradizione cristiana.

Ogni angolo della Scala Santa e della Cappella di San Lorenzo racconta una storia di fede e devozione, rendendoli tra i luoghi più sacri e venerati al mondo.

Published by
Giorgio Liberti