La Via Crucis, una delle più toccanti espressioni della pietà cristiana, ha trovato nel Colosseo di Roma un luogo privilegiato di celebrazione grazie all’opera instancabile di San Leonardo da Porto Maurizio.
Questo santo francescano, vissuto tra il XVII e il XVIII secolo, fu un predicatore ardente e devoto, il cui amore per la Passione di Cristo lo spinse a diffondere la pratica della Via Crucis in tutta Italia. Fu proprio per suo impulso che, nel 1750, questa sacra devozione venne celebrata per la prima volta nel suggestivo anfiteatro romano, segnando l’inizio di una tradizione che continua ancora oggi.
Il contesto storico e religioso
Nel XVIII secolo, la pratica della Via Crucis si era già diffusa in molti conventi e chiese, grazie all’opera dei Francescani, ai quali la Chiesa aveva affidato la missione di custodire i luoghi santi in Terra Santa e diffondere la memoria della Passione di Cristo. Tuttavia, non era ancora una consuetudine celebrarla pubblicamente nei grandi centri urbani. Papa Benedetto XIV, pontefice noto per la sua sensibilità pastorale, desiderava ravvivare la fede del popolo e trovò in Leonardo da Porto Maurizio l’uomo giusto per questa missione.
San Leonardo, già noto per le sue predicazioni infiammate e per la fondazione di oltre 500 Vie Crucis in tutta Italia, propose di erigere una Via Crucis stabile nel Colosseo. Questo luogo, simbolo delle persecuzioni cristiane nei primi secoli, divenne così uno spazio privilegiato per commemorare la Passione di Cristo e l’eroismo dei martiri della fede
Leonardo da Porto Maurizio nacque nel 1676 a Porto Maurizio, in Liguria, e fin da giovane si sentì attratto dalla vita religiosa. Entrato nell’Ordine dei Frati Minori, si dedicò con fervore alla predicazione itinerante, cercando di rinnovare la spiritualità popolare attraverso missioni e ritiri. La sua principale eredità spirituale fu proprio la diffusione della Via Crucis, che considerava un mezzo potente per portare i fedeli a meditare sulla sofferenza redentrice di Cristo e a crescere nella devozione. La sua predicazione non era mai astratta, ma profondamente legata alla vita concreta delle persone. Con parole semplici e toccanti, sapeva infondere nei cuori l’amore per il Crocifisso, invitando alla conversione e alla penitenza.
L’Anno Santo del 1750 fu l’occasione perfetta per introdurre questa devozione nel cuore della cristianità. Con il sostegno di Papa Benedetto XIV, Leonardo da Porto Maurizio organizzò la prima Via Crucis pubblica nel Colosseo, trasformando l’antico anfiteatro in un luogo di preghiera e meditazione sulla Passione di Cristo.
Le stazioni furono allestite lungo il perimetro interno, permettendo ai fedeli di seguire il percorso della Croce in un ambiente che evocava il sacrificio dei martiri. L’evento fu un successo straordinario, con una partecipazione di popolo così ampia da confermare il valore spirituale di questa iniziativa. Durante il Giubileo Papa Benedetto XIV ascoltava con fervore le prediche di quel frate. Da quel momento, il Colosseo divenne un luogo simbolico per la Via Crucis, mantenendo questa tradizione fino ai giorni nostri.

L’eredità spirituale e il valore della Via Crucis
San Leonardo da Porto Maurizio morì nel 1751, poco dopo aver realizzato il suo grande desiderio di vedere la Via Crucis fiorire nel cuore di Roma. La sua opera, tuttavia, non si concluse con la sua morte: la Via Crucis nel Colosseo divenne un appuntamento fisso, ripreso nel XX secolo dai pontefici moderni, in particolare da Papa Paolo VI, che la reintrodusse ufficialmente nel 1964.
Oggi, ogni Venerdì Santo, il Papa guida questa celebrazione nel Colosseo, accompagnato da fedeli di tutto il mondo. Questo evento, trasmesso in diretta televisiva, è diventato un momento di profonda riflessione sulla Passione di Cristo e sulle sofferenze dell’umanità.
La prima Via Crucis al Colosseo, voluta da San Leonardo da Porto Maurizio, rappresenta un punto di svolta nella storia della pietà cristiana. Attraverso il suo instancabile impegno, questo santo ha reso accessibile a tutti la meditazione sulla Passione di Cristo, contribuendo alla crescita spirituale della Chiesa e dei fedeli. Ancora oggi, il suo esempio ispira generazioni di credenti a seguire Cristo sulla via del sacrificio e della redenzione, testimoniando con la loro vita la speranza della resurrezione.