Il Credo, conosciuto anche come Simbolo della Fede, è una vera e propria dichiarazione, il manifesto fondamentale del cattolicesimo.
Il testo esprime, in modo sintetico e chiaro, le verità fondanti della dottrina della santa Chiesa cattolica apostolica romana e, proprio per questo, molti si chiedono il perché ne esistano due versioni: il Credo Apostolico, o Simbolo ed il Credo Niceno-Costantinopolitano.
La risposta risale proprio agli albori della storia della Chiesa. Entrambe le preghiere sono si espressioni della stessa fede ma si differenziano per la loro profondità e consapevolezza teologica, in risposta a specifiche controversie dottrinali ed eresie sviluppatisi nel corso dei primi secoli del cristianesimo.
Il Credo Apostolico o Simbolo
Il Credo Apostolico, conosciuto anche come Simbolo degli Apostoli, è la forma più antica e semplice di questa preghiera. La sua origine risale infatti ai primissimi secoli della Chiesa ed è considerato come un’eredità diretta della predicazione dei discepoli di Cristo. La sua formulazione, breve e concisa, lo rende adatto per essere recitato in occasioni liturgiche particolari, come il battesimo e la preghiera comunitaria.
“Credo in Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra. E in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò dai morti; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, il perdono dei peccati, la resurrezione della carne, la vita eterna. Amen”.
Nel Simbolo, in poche e semplici parole, troviamo l’essenza della nostra fede: la salvezza che si compie solo in Cristo morto e risorto per noi.

Il Credo Niceno-Costantinopolitano
Il Credo Niceno-Costantinopolitano, o più semplicemente Niceno, ha una storia più articolata legata ai due concili ecumenici di Nicea (325 d.C.) e Costantinopoli (381 d.C.). In quelle sedi la Chiesa si trovò ad affrontare la complessa tematica su come ribattere alle controversie dottrinali riguardanti la natura di Gesù Cristo e dello Spirito Santo.
Il Concilio di Nicea fu convocato, nello specifico, per rispondere alle tesi ariane, secondo cui Gesù Cristo non sarebbe stato uguale al Padre in divinità. Fu lì che venne formalizzato il termine homoousios, “della stessa sostanza”, per affermare che Gesù è consustanziale al Padre.
Nel 381 d.C., il Concilio di Costantinopoli ampliò ulteriormente il Credo, affermando anche la divinità dello Spirito Santo, che “procede dal Padre e dal Figlio”, contro chi negava la Sua divinità. Questo Credo non è solo un a preghiera ma si pone come un testo conciliare, il manifesto della Fede Cristiana basata sulla tradizione e sulla dottrina. Più lungo e complesso del Simbolo, è usato principalmente durante la Santa Messa e nelle celebrazioni liturgiche più solenni.
Il testo
“Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre, per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria, e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato; patì e fu sepolto.
Il terzo giorno risuscitò, secondo le Scritture; salì al cielo, siede alla destra del Padre, e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, che procede dal Padre e dal Figlio, che con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, che ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen”.

Differenze tra il Credo Apostolico e il Credo Niceno-Costantinopolitano
Le principali differenze tra i due Credo riguardano dunque il livello di dettaglio teologico e le specifiche risposte a controversie dottrinali riguardo a tre tematiche:
- La Trinità e la divinità di Gesù Cristo: mentre il Credo Apostolico afferma semplicemente che Gesù è “Figlio di Dio”, il Credo Niceno-Costantinopolitano sottolinea che Gesù è “generato, non creato, della stessa sostanza del Padre” (homoousios), esprimendo in modo preciso la dottrina della consustanzialità di Cristo con il Padre.
- Lo Spirito Santo: Il Credo Niceno-Costantinopolitano fa una dichiarazione più esplicita sullo Spirito Santo, dicendo che “procede dal Padre e dal Figlio” e che con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, un’affermazione che risponde alle eresie che minimizzavano la divinità dello Spirito.
- La Chiesa e la vita eterna: Il Credo Niceno-Costantinopolitano include anche una sezione sulla Chiesa, definendola “una, santa, cattolica e apostolica“, e afferma il perdono dei peccati e la speranza nella resurrezione dei morti e nella vita eterna.
Più che di vere e proprie differenze tra le due preghiere possiamo dunque affermare che una è l’evoluzione dell’altra. Dal semplice Simbolo Apostolico, frutto della predicazione dei discepoli di Gesù trasmessa nei secoli, si è giunti al Niceno grazie ad un approfondimento teologico che si è posto come risposta alle tante eresie e controversie nate in opposizione al dogma centrale della nostra Fede del Dio, Uno e Trino e del fondamentale ruolo della Chiesa corpo di Cristo.
Una vera e propria sintesi di tutti gli insegnamenti che troviamo nelle Sacre Scritture: la Trinità, la consustanzialità di Dio Padre e Dio Figlio, la Creazione, lo Spirito Santo, la Passione Morte e Resurrezione, e l’Ascensione, la Chiesa, il Battesimo, il Perdono dei peccati ed il giudizio finale.