Il brano del Vangelo di oggi ci propone un insegnamento fondamentale sull’identità divina e sulla missione salvifica di Gesù.
Gesù afferma: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12), con questa affermazione non solo rivela la sua divinità, ma invita ogni credente a vivere nella verità, allontanandosi dalle tenebre del peccato e dell’ignoranza. La luce di Cristo è la rivelazione della verità di Dio, che illumina il cammino dell’uomo verso la salvezza.
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,12-20
In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Gesù pronunziò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.

La riflessione sul Vangelo di oggi
Questo titolo di Gesù come “luce” richiama le Scritture, in particolare il profeta Isaia che aveva annunciato la venuta della luce per i popoli (Is 9,1-2). Il Catechismo della Chiesa Cattolica (2466) sottolinea che “Gesù è la luce che illumina l’umanità”, e questa luce è l’insegnamento della verità che si manifesta pienamente in Cristo.
Nel dialogo con i farisei, Cristo risponde alle loro obiezioni riguardo alla sua testimonianza. I farisei, che non riconoscono in Gesù l’autorità divina, mettono in discussione la sua veridicità. Gesù, però, afferma con fermezza che la sua testimonianza è vera perché è in comunione con il Padre, e che l’intera Scrittura, che afferma la validità della testimonianza di due persone, trova la sua piena realizzazione in Lui e nel Padre. Il Catechismo (CCC 547) insegna che “Gesù è il vero Testimone” , il quale con la sua parola e con le sue opere testimonia la verità di Dio.
L’affermazione: “Voi non conoscete né me né il Padre mio” (Gv 8,19) invita a una relazione più profonda con Dio. Conoscere Cristo significa conoscere il Padre, e attraverso questa conoscenza, l’uomo entra nella luce della salvezza. Cristo, come luce, illumina il cammino dell’uomo verso il Padre, offrendo la via per una vita autenticamente cristiana, ricolma di verità e di amore.