Il Vangelo di oggi 29 Aprile: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi”

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Il Vangelo di oggi 29 Aprile: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi”
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Il brano del Vangelo di oggi ci offre una profonda riflessione sul cuore del messaggio cristiano con tre concetti fondamentali: la rivelazione di Dio ai piccoli, l’intimità trinitaria e l’invito misericordioso di Cristo a chi è affaticato e oppresso.

Un invito ad accogliere Cristo con cuore semplice, a lasciarci condurre da Lui nella verità e a trovare riposo in Lui, che è l’unico capace di sanare la nostra fatica con l’amore del Padre.

Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-30

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

La riflessione sul Vangelo di oggi

Gesù loda il Padre per aver nascosto “queste cose” — cioè i misteri del Regno — ai sapienti e ai dotti, rivelandole invece ai piccoli. Questo non è un disprezzo della sapienza, ma una denuncia dell’orgoglio intellettuale che chiude il cuore a Dio. Come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 2540), “l’umiltà è il fondamento della preghiera”. I piccoli rappresentano coloro che si aprono con fiducia e semplicità alla verità divina, come i bambini di cui parla Gesù in Matteo 18,3: “Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”.

Gesù poi rivela l’intima unità tra Lui e il Padre: “Tutto è stato dato a me dal Padre mio”. Solo il Figlio conosce veramente il Padre e, in un movimento di amore trinitario, lo rivela a chi vuole. Qui si manifesta la centralità cristologica della fede: conoscere Dio significa conoscere Cristo, come afferma Giovanni 14,6: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.

L’invito finale di Gesù è tra i più consolanti di tutto il Vangelo: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi”. Cristo si presenta come colui che non impone un peso, ma lo condivide e lo rende leggero. Il suo “giogo” è l’amore che libera. Il CCC 2784 afferma che Dio “ci vuole figli nel Figlio” e quindi ci chiama alla libertà e alla pace. Il cuore mite e umile di Gesù è il modello perfetto della nostra sequela (cf. Fil 2,5-8).

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