Il Vangelo di oggi 28 Marzo: "questa è la base della Fede"
Gesù nel Vangelo di oggi ci insegna che l’amore per Dio e per il prossimo sono inseparabili e si sostengono a vicenda.
“Amerai il Signore con tutto il cuore, anima, mente e forza” e “amerai il tuo prossimo come te stesso” (Mc 12,30-31) sono le due dimensioni di un unico comandamento. Amare Dio significa vivere per Lui e come Lui, che è amore infinito, donazione e perdono. Così, amare Dio ci spinge a servirLo attraverso il nostro prossimo, perdonando senza limiti e costruendo relazioni di comunione e fraternità, per essere collaboratori nel Suo progetto di amore e salvezza.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Il brano di oggi ci presenta un momento di profonda riflessione, in cui Gesù, interrogato da uno scriba su quale fosse il primo di tutti i comandamenti, risponde in modo chiaro e sintetico, rivelando la base della nostra fede cristiana: l’amore di Dio e dell’altro. La sua risposta fa riferimento ai due comandamenti fondamentali: amare Dio con tutto il cuore, l’anima, la mente e la forza, e amare il prossimo come se stessi.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (2055) ci insegna che questi due comandamenti sono inseparabili e costituiscono la “legge nuova”, che sintetizza l’intero insegnamento di Gesù. L’amore di Dio, infatti, deve essere totale, senza riserve, e si esprime attraverso un impegno interiore profondo e totale, che coinvolge tutte le dimensioni della persona: la mente, il cuore, la forza. L’amore verso il prossimo, d’altra parte, è il frutto naturale dell’amore per Dio, ed è il segno tangibile che il nostro cuore è rivolto verso Dio stesso (Cfr. 1 Gv 4,20).
Nel dialogo con lo scriba, Gesù conferma che l’amore non può essere semplicemente un atto di culto esteriore, ma deve essere un amore che si traduce in atti concreti di giustizia e misericordia verso il prossimo. La risposta dello scriba, che riconosce che amare è più grande di ogni sacrificio, rispecchia la verità che Dio desidera misericordia, non sacrifici (Cfr. Os 6,6).
La conclusione del brano, in cui Gesù dice allo scriba che non è lontano dal regno di Dio, ci insegna che la vera vicinanza a Dio si trova nell’amore autentico, che si manifesta nel nostro amore per Dio e per gli altri. Il Regno di Dio non è solo una realtà futura, ma è anche presente in ogni cuore che vive questi comandamenti.