Il Vangelo di oggi 24 Marzo: "Il vero fallimento è smettere di amare"
Il Vangelo di oggi ci invita a riflettere sul nostro atteggiamento verso la Parola di Dio e su come siamo pronti ad accoglierla.
Gesù sapeva che sarebbe stato rifiutato, ma nonostante questo tornò nel suo paese. Perché rischiare un fallimento? Perché fare del bene a chi non è disposto ad accoglierti? Questa domanda ci aiuta a comprendere meglio Dio: davanti alle nostre chiusure, Lui non si ritira, ma continua ad amarci.
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Nel testo che ci viene proposto oggi, Gesù proclama: “Nessun profeta è bene accetto nella sua patria”. Questa affermazione ci offre una riflessione profonda sul rifiuto della Parola di Dio e sull’apertura alla salvezza, che non conosce confini di etnia o di popolo. Gesù, nel riferirsi agli esempi di Elia ed Eliseo, evidenzia come due profeti inviati da Dio non abbiano compiuto miracoli a favore del popolo d’Israele, ma abbiano aiutato stranieri: la vedova di Sarèpta e Naaman il Siro. Questo gesto di Dio verso i pagani segnala che la salvezza è universale, non limitata a un gruppo privilegiato.
Questa riflessione si ricollega all’insegnamento di Gesù, che proclama l’amore di Dio per tutti gli uomini e non solo per Israele. La missione di Gesù non si limita a un popolo, ma si estende a tutta l’umanità. San Paolo, nella lettera ai Galati (3,28), afferma: “Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”, sottolineando l’universalità del messaggio cristiano.
Il rifiuto di Gesù da parte dei suoi concittadini a Nàzaret riflette la durezza di cuore di coloro che non accolgono la novità del Vangelo e il cambiamento che esso comporta. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (547) insegna che “la missione di Gesù è il compimento della promessa fatta da Dio ai padri”, ma spesso la Parola trova resistenza, anche tra coloro che dovrebbero accoglierla per primi. Questo rifiuto porta Gesù ad allontanarsi dalla città, ma il suo cammino continua, simbolo della perseveranza nella missione salvifica, che non si ferma davanti alla chiusura o al rifiuto.