Il Vangelo di oggi 14 Aprile: “l'ipocrisia si può celare anche dietro parole giuste”
Il brano del Vangelo di oggi ci introduce nel clima della Pasqua ormai vicina, mostrando una scena d’intima comunione e profonda adorazione.
Maria, Marta e Lazzaro ci insegnano come vivere la fede: nel servizio, nell’amicizia con Cristo, e nella gratuità dell’amore. La Pasqua che si avvicina ci chiama a fare altrettanto, amando il Signore con tutto il cuore.
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Maria, sorella di Lazzaro, compie un gesto di amore gratuito e profetico: unge i piedi di Gesù con un profumo prezioso e li asciuga con i suoi capelli. Questo atto, che può apparire eccessivo agli occhi umani, è invece pieno di significato spirituale. È il linguaggio dell’amore che si dona senza misura.
Gesù riconosce il valore di quel gesto e ne svela il senso profondo: Maria, senza saperlo pienamente, anticipa l’unzione per la sepoltura (Gv 12,7). Così il Signore ci insegna che ogni atto d’amore fatto con sincerità ha un significato eterno, e non è mai sprecato. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda che “la carità è il legame della perfezione e la forma di tutte le virtù” (CCC 1827). Maria ha scelto la via dell’amore, che è la via di Dio.
In contrapposizione, Giuda Iscariota critica quel gesto con una falsa preoccupazione per i poveri. Il Vangelo ci avverte delle ipocrisie che si possono celare anche dietro le parole giuste. Gesù risponde con parole che non svalutano l’aiuto ai poveri, ma che ricordano la centralità della sua presenza: «I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me» (Gv 12,8). Il Catechismo ci invita infatti a riconoscere e servire Cristo nei poveri (CCC 2449), ma anche ad adorarlo nella sua persona reale, presente tra noi.