Preghiere

Il Vangelo di oggi 12 Aprile: “entra anche tu nella logica pasquale”

Il brano del Vangelo di oggi ci conduce dritti nel cuore del mistero pasquale, preludio della passione di Cristo.

Dopo la risurrezione di Lazzaro, segno straordinario della potenza divina di Gesù, assistiamo a una duplice reazione: da un lato, molti credono in Lui; dall’altro, cresce l’opposizione da parte delle autorità religiose. Tale contrapposizione ci ricorda che il cuore umano, di fronte alla verità, può aprirsi con fede oppure chiudersi per paura, invidia o interesse.

Dal Vangelo secondo Giovanni 11,45-56

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

Commento al Vangelo del 12 Aprile

La riflessione sul Vangelo di oggi

Il sommo sacerdote Caifa pronuncia parole che, pur nate da un calcolo politico, assumono valore profetico: «È conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo» (Gv 11,50). In queste parole risuona il mistero della redenzione. Come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, “La morte di Cristo è il sacrificio unico e definitivo che compie la redenzione dell’uomo” (CCC 613). Gesù muore “per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11,52), adempiendo la volontà del Padre che vuole «che tutti gli uomini siano salvati» (1 Tm 2,4).

L’ostilità delle autorità non è solo un fatto storico, ma un segno della drammatica libertà umana che può rifiutare la luce (cfr. Gv 3,19). Eppure, nulla sfugge al disegno di Dio. Come afferma il Catechismo: “Dio ha permesso gli atti derivanti dalla loro cecità, per compiere il suo disegno di salvezza” (CCC 600).

Gesù si ritira ad Èfraim, non per paura, ma per attendere “l’ora stabilita dal Padre”. Anche noi siamo chiamati ad entrare in questa logica pasquale: non temere la Croce, ma riconoscere in essa la via dell’amore che salva. Prepariamoci, come quei pellegrini, a celebrare la Pasqua con un cuore purificato (cfr. 1 Cor 5,7-8).

Published by
Cristiano Sabatini