La Porta Santa aperta nel carcere di Rebibbia, un gesto simbolico di papa Francesco, rappresenta un invito a riflettere sul significato di cuore, speranza e comprensione in contesti difficili. Questo gesto riporta alla mente l’eredità di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano scomparso a Raqqa nel 2013, la cui vita è stata dedicata alla promozione del dialogo interreligioso e della pace. La sua battaglia civile continua a ispirare molte iniziative e discussioni, testimoniando un impegno che non si è mai spento.
Recentemente, un docufilm sulla vita di padre Dall’Oglio, andato in onda su Rai, ha riacceso l’interesse e la riflessione intorno alla sua figura. Ancora disponibile su RaiPlay, il film ha dato il via a un ciclo di forum di discussione in tutta Italia, con il primo incontro programmato a Monza il 15 febbraio presso l’oratorio della parrocchia San Biagio. Durante questo evento, i partecipanti avranno l’opportunità di riflettere sulle connessioni tra mediazione, educazione alla relazione e dialogo interreligioso.
l’importanza del dialogo e dell’incontro
Monsignor Umberto Oltolini, responsabile della Comunità pastorale Ascensione del Signore di Monza, ha sottolineato l’importanza di affrontare questi temi urgenti attraverso il dialogo e l’incontro con la comunità. L’evento non sarà un caso isolato; al contrario, rappresenta l’inizio di un percorso formativo che si svilupperà nel corso dell’anno, con tre incontri parrocchiali focalizzati sul tema della mediazione e della giustizia.
i valori di padre Dall’Oglio oggi
Ma cosa rimane oggi dei valori fondanti della comunità monastica Deir Mar Musa, creata da padre Paolo Dall’Oglio nei primi anni ’90? Maria Martello, saggista e autrice del libro “Il senso della mediazione dei conflitti”, ha sottolineato come la vita di padre Dall’Oglio sia stata proficua e carica di principi che continuano a mantenere la loro rilevanza. Non si tratta di celebrare la sua figura in modo nostalgico, ma di abbracciare i valori che ha testimoniato e di applicarli nella nostra vita quotidiana.
- Riconoscere l’importanza del dialogo.
- Applicare i principi del rispetto nelle relazioni quotidiane.
- Promuovere una conversione interiore per risolvere i conflitti.
Maria Martello ha affermato: “Non è necessario recarsi in luoghi estremi come il deserto siriano; anche le relazioni quotidiane offrono innumerevoli occasioni per applicare i principi del dialogo e del rispetto dell’altro, anche quando ci troviamo di fronte a avversità.” La sua osservazione invita a una riflessione profonda sulla necessità di una conversione interiore, che può diventare fondamentale nella risoluzione dei conflitti quotidiani.
l’eredità di padre Dall’Oglio
Monsignor Oltolini ha richiamato l’attenzione sulla figura del cardinale Carlo Maria Martini, noto per la sua posizione di mediatore di fede e umanità. Il cardinale Martini, in una famosa omelia durante la Guerra del Golfo, ha parlato del significato di “intercedere”, non come un gesto superficiale, ma come un atto di profonda connessione. “Non è qualcuno da lontano che esorta alla pace; è qualcuno che entra nel cuore della situazione”, ha affermato Oltolini, richiamando l’essenza del messaggio di pace di Gesù Cristo.
Oggi, la vita e l’esperienza di padre Dall’Oglio sono più che mai attuali. Come sottolineato da Oltolini, il gesuita è stato un uomo dell’ascolto e del dialogo, impegnato nella promozione di relazioni pacifiche tra diverse confessioni religiose. Il deserto, che per Dall’Oglio rappresentava un luogo di essenzialità, diventa una potente metafora