Giubileo delle Forze Armate: Marcianò invita a costruire la cultura della pace

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Giubileo delle Forze Armate: Marcianò invita a costruire la cultura della pace (www.avveniredicalabria.it)
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L’8 febbraio rappresenta una data significativa per le Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza italiane, che celebrano il loro Giubileo.

Questo evento si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso la cultura della pace. L’8 gennaio, l’Ordinario Militare per l’Italia, l’arcivescovo Santo Marcianò, ha dato avvio all’Anno Santo inaugurando la Porta Santa presso la Chiesa dell’Organizzazione penitenziaria militare di Santa Maria Capua Vetere.

Un momento di riflessione e rinnovamento

Il Giubileo è un’opportunità di riflessione e rinnovamento spirituale. Il 7 febbraio ha avuto luogo il secondo incontro degli Ordinari Militari di tutta Europa, incentrato sul tema “Militari pellegrini di Speranza”, promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE). Queste giornate di incontro e celebrazione mirano a rafforzare il legame tra le forze armate e la loro dimensione spirituale, sottolineando l’importanza del servizio e della solidarietà.

Il messaggio dell’arcivescovo Marcianò è chiaro: “Il perdono è un passo concreto e basilare per chi, come noi, è chiamato a costruire una cultura della pace“. Le sue parole risuonano in un momento storico complesso, dove la necessità di dialogo e riconciliazione è più che mai attuale. L’arcivescovo auspica che il Giubileo possa rappresentare “un tempo privilegiato per crescere in comunione con Dio e nella fraternità, nel comune servizio alla difesa della vita umana, alla giustizia e alla pace”.

La preparazione spirituale dei cappellani

In questo contesto, Don Saverio Finotti, rettore della Scuola Allievi Cappellani nella città militare della Cecchignola a Roma, sottolinea l’importanza della preparazione spirituale e umana per i futuri cappellani militari.

  1. Il seminario dell’Ordinariato militare è un vero e proprio seminario.
  2. I ragazzi seguono un cammino formativo regolare, conforme alle indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana.
  3. I partecipanti provengono principalmente da contesti militari, spesso con familiari già coinvolti nelle forze dell’ordine o nelle forze armate.

Attualmente, ci sono 15 ragazzi nel seminario, di cui tre sono ancora in servizio militare e stanno svolgendo il loro percorso di formazione per diventare cappellani. “La nostra pastorale”, afferma Don Finotti, “è specifica e richiede un’adeguata preparazione, dato che si svolge all’interno delle forze armate, un contesto diverso rispetto alle diocesi tradizionali”.

Giubileo delle Forze Armate
Giubileo delle Forze Armate /www.reportdifesa.it)

Un’opportunità di unità e rinnovamento

Il Giubileo rappresenta, secondo Don Finotti, un’opportunità straordinaria per riaffermare la fede e l’unità con la Chiesa. È un momento per i membri delle forze armate di avvicinarsi al Signore, di chiedere perdono e di lasciarsi rinnovare dalla grazia. “È fondamentale ricordare che gli uomini e le donne delle forze armate svolgono un servizio che è intrinsecamente legato alla loro umanità”, aggiunge, sottolineando che, sebbene le loro funzioni richiedano un alto grado di professionalità e obiettività, essi hanno bisogno di rinnovamento spirituale e sostegno.

Un aspetto significativo del Giubileo è l’idea di una Porta Santa che si estende oltre i confini tradizionali. Don Finotti spiega che l’Ordinariato rappresenta una diocesi militare, con le parrocchie situate all’interno delle caserme. “Non abbiamo una diocesi territoriale specifica”, dice, “ma siamo presenti dove ci sono le forze armate”.

In un mondo in cui i conflitti sembrano aumentare, il messaggio del Giubileo delle Forze Armate si fa portavoce di una vera e propria chiamata alla pace. La riflessione sul perdono, sulla riconciliazione e sul servizio alla comunità rappresenta un faro di speranza per uomini e donne in uniforme, invitati a vivere non solo il loro compito con dedizione, ma anche a essere testimoni di valori fondamentali per la costruzione di un mondo migliore.

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