Essere genitori di un adolescente è un viaggio complesso e profondo, che può sembrare uno dei percorsi più impegnativi della vita.
Durante questo periodo, che si estende indicativamente dai 12 ai 24 anni, i ragazzi cominciano a distaccarsi dalla famiglia e a costruire la loro identità. Questo processo sacro e delicato porta spesso a una distanza relazionale significativa tra genitori e figli.
In questa fase, l’onnipotenza genitoriale inizia a svanire, e gli adolescenti iniziano a vedere i loro genitori come figure imperfette, con pregi, difetti e fatiche. La domanda che molti ragazzi si pongono è se valga davvero la pena crescere, se il mondo degli adulti sia la realizzazione dei loro sogni o, al contrario, la tomba delle loro aspirazioni.
L’importanza dell’educazione empatica
Cecilia Pirrone, psicologa e docente di Psicologia dello Sviluppo, esplora queste complesse dinamiche nel suo libro “Aiuto! Ho un figlio adolescente. Sette regole per entrare nel mondo dei ragazzi”. Secondo Pirrone, educare è un’arte che richiede sensibilità e attenzione, più che competenze tecniche. È fondamentale aiutare i giovani a sviluppare le proprie potenzialità e a diventare indipendenti, rispettando le loro caratteristiche individuali. Ogni comportamento degli adulti deve essere permeato d’amore; l’educazione deve essere un atto di amore incondizionato, che accoglie i ragazzi per quello che sono, senza proiezioni o aspettative.
Una delle frasi più dannose che un genitore possa pronunciare è: “Tu sarai come io vorrei”. Questa affermazione, sebbene possa essere pronunciata in buona fede, può generare un forte risentimento nei giovani. Invece di motivarli a realizzare se stessi, li attrezza per la rabbia e il risentimento verso la vita, creando un conflitto tra ciò che sono e ciò che si aspettano di essere. Un ragazzo che si sente costretto a soddisfare le aspettative irrealistiche dei genitori può sviluppare un’idea distorta di ciò che dovrebbe essere, portandolo a provare frustrazione e insoddisfazione.
Un amore incondizionato come porto sicuro
L’educazione non dovrebbe mai essere una questione di soddisfare le proprie aspettative o di tentare di riscattarsi attraverso i propri figli. L’affetto deve essere incondizionato: “Ti voglio bene così come sei, non domani, se cambi”. Questo approccio è essenziale, specialmente in un periodo in cui molti adolescenti affrontano sfide come l’anoressia, l’alcolismo o comportamenti autolesionisti. Questi fenomeni spesso nascono dal desiderio di conformarsi a standard irraggiungibili o dalla sensazione di non essere mai stati accettati per quello che sono. L’amore dei genitori deve essere un porto sicuro, da cui i ragazzi possano partire per affrontare il mondo esterno.
In questo contesto, il compito dei genitori si trasforma in qualcosa di più profondo: devono “dare senso” alle esperienze dei loro figli. Viviamo in un’epoca in cui le informazioni sono sovrabbondanti e il significato è spesso sfuggente. Gli adolescenti hanno bisogno di figure autorevoli che li guidino, aiutandoli a navigare le acque tumultuose della crescita. Gli adulti devono usare il loro potere educativo a favore dei ragazzi, non per il loro tornaconto personale.
Comunicazione e adattamento
Una comunicazione chiara e rispettosa è fondamentale. Ad esempio, un genitore autorevole spiega il perché delle sue decisioni, mentre un genitore autoritario si limita a imporre regole senza una spiegazione. Il dialogo aperto diventa cruciale. Quando un adolescente chiede di passare più tempo con gli amici, il genitore autorevole risponde: “Capisco che vuoi stare con i tuoi amici, ma dobbiamo anche considerare le tue responsabilità scolastiche e familiari”. Questo approccio non solo offre una spiegazione, ma aiuta il giovane a comprendere le priorità e a sviluppare un senso di responsabilità.
Inoltre, i genitori devono adattare il loro stile educativo man mano che i figli crescono. Non si può più essere i genitori di un “bambino” quando il proprio figlio diventa un adolescente. È necessario passare da un modello ideale a un modello credibile. Gli adolescenti non hanno bisogno di genitori perfetti, ma di genitori autentici che condividano le loro esperienze, inclusi errori e sfide affrontate nella vita. La figura del genitore deve trasformarsi in un “raccontatore della vita”, non solo un regolatore, ma qualcuno che trasmette saggezza e valori attraverso la propria esperienza.

Libertà e responsabilità
Infine, è fondamentale ricordare che libertà e responsabilità devono andare di pari passo. La delega totale delle responsabilità agli adolescenti, specialmente in ambiti delicati come l’uso degli smartphone e di internet, può portarli a sentirsi sopraffatti e insicuri. I genitori devono continuare a svolgere un ruolo di guida, bilanciando la libertà con la necessità di protezione e orientamento.
Il viaggio dell’educazione è un cammino ricco di sfide e opportunità, dove l’amore incondizionato e la comprensione reciproca possono fare la differenza tra un adolescente sicuro di sé e uno pieno di dubbi e frustrazioni. I genitori sono chiamati a essere co-piloti in questo viaggio, pronti a sostenere e guidare, ma anche a lasciare spazio alla crescita e all’autonomia dei propri figli.