É un Mondo difficile: la posizione del catechismo sulla guerra ed il ruolo dei cristiani
Il un mondo segnato da conflitti e tensioni i cristiani si trovano di fronte alla sfida di affrontare tali problematiche con saggezza e discernimento
Rene M. Micallef sj sottolinea la complessità storica che ci coinvolge, evidenziando la crescente minaccia da Cina e Russia. L’Europa esplora il riarmo per affrontare una sicurezza compromessa, ma la spesa per armamenti non deve sacrificare welfare e aiuti ai poveri, poiché la sofferenza alimenta la violenza. La Chiesa condanna le armi indifferenziate e, insieme alla necessità di un disarmo globale, richiede di rispettare i diritti umani e investire in pace. Questo contesto complesso solleva interrogativi cruciali sulla legittimità e la moralità dell’uso della forza. Secondo il Catechismo, la guerra è un male grave, ma esistono situazioni in cui la legittima difesa può giustificare l’uso della violenza. Tuttavia, è fondamentale che i cristiani riflettano approfonditamente su queste questioni.
Il Catechismo della Chiesa cattolica afferma che i governi hanno il dovere di proteggere i propri cittadini e che, in alcune circostanze, è lecito per uno stato difendersi da aggressioni esterne. Questo principio è radicato nel diritto naturale e nella necessità di salvaguardare la vita umana. Tuttavia, la Chiesa invita a considerare il costo umano e sociale della guerra, evidenziando che gli armamenti sono strumenti di morte, e l’uso della violenza porta sempre con sé conseguenze devastanti.
Negli ultimi anni, l’Europa ha dovuto confrontarsi con il problema del riarmo, con molti paesi che hanno aumentato le spese militari di fronte alle minacce esterne. Tuttavia, il Catechismo ci ricorda che non tutte le armi sono uguali e che la Chiesa ha condannato fermamente l’uso di armi di distruzione di massa, come nucleari, chimiche e biologiche. Papa Francesco ha denunciato il possesso stesso di tali armi come una “struttura mondiale di peccato”, sottolineando l’urgenza di un disarmo multilaterale per prevenire conflitti e violenze indiscriminate.
In questo contesto, si pone la questione della responsabilità dei cristiani nel promuovere la pace. La Chiesa cattolica ha sempre sostenuto che i cristiani sono chiamati a essere costruttori di pace. Questo implica:
Un aspetto importante da considerare è come le risorse destinate alla spesa militare possano influire sui programmi di welfare e sugli aiuti allo sviluppo. La Chiesa sostiene che investire nella sicurezza dei più vulnerabili è fondamentale per garantire una pace duratura. La sofferenza dei poveri non solo offende la loro dignità, ma può anche alimentare conflitti e instabilità. Pertanto, i cristiani sono chiamati a essere testimoni di compassione e solidarietà, impegnandosi attivamente per alleviare le sofferenze e promuovere la giustizia sociale.
In conclusione, il Catechismo della Chiesa cattolica offre una guida essenziale per affrontare le sfide legate alla guerra e alla pace. I cristiani sono chiamati a essere custodi della dignità umana, a promuovere il dialogo e la riconciliazione, e a fare di tutto per costruire un mondo in cui la pace possa fiorire, anche in mezzo alle avversità e alle tensioni globali.