130 bambini uccisi a Gaza: il senso perduto della vita
I bambini che perdono la vita nella violenza sono un dolore insopportabile. Sono ben 130 quelli morti sotto le bombe a Gaza.
130 solo nel primo giorno di ripresa delle ostilità costato la vita a quasi 400 esseri umani. Un pensiero che strazia il cuore, l’immagine dei loro occhi, pieni di innocenza, che possono essere quelli dei tuoi figli o dei tuoi nipoti. Ma ai signori della guerra questo non interessa.
Quando prendi in braccio un bambino appena nato, sei rapito dalla meraviglia del suo essere, una creatura che fino a pochi mesi prima non esisteva. È un mistero che ti sovrasta, una domanda senza risposta. Eppure, quei bambini di Gaza, come tanti altri nel mondo, sono vittime innocenti di conflitti che non dovrebbero riguardarli. La loro purezza e la loro fiducia ci toccano profondamente, tanto che vediamo in loro qualcosa che forse abbiamo perso nel corso degli anni: quella semplicità senza calcoli, quella generosità che non conosce giudizio.
Una mattanza che accade spesso, in un colpevole silenzio in molte altre parti del mondo meno mediatiche e sicuramente meno interessanti per l’opinione pubblica, come in Africa. Ma questa volta l’eccidio ha toccato una terra che conosciamo. Perché Israele è un paese che sentiamo vicino, parte del mondo occidentale. Una nazione che dovrebbe portare la memoria della sofferenza e della persecuzione, ecco perché forse oggi il nostro cuore ne è ancora più scosso.
Ogni morte, ogni vita strappata via è un dolore che non possiamo ignorare. Non possiamo anestetizzarci e far finta che non stia accadendo. La sofferenza di quei 130 bambini ci colpisce come un macigno, ma ci ricorda anche che tutti i bambini sono figli di Dio, e ogni vita spezzata è una ferita che tocca l’umanità intera.
Bisogna fermarsi ogni tanto, fermarsi a riflettere, a riflettere sul dolore, sul dolore dei bambini, vittime innocenti della violenza. Gesù stesso, nei Vangeli, ci ricorda l’innocenza dei bambini, dicendo: “Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli” (Mt 19,14). La loro purezza, la loro fiducia gratuita, ci mostrano la strada per entrare nel Regno di Dio, senza inganno e senza calcolo.
Ogni vita spezzata è un affronto all’Amore di Dio, che vede ogni bambino come Suo figlio. La tragedia di questi piccoli ci invita a meditare sul valore della vita e sulla sofferenza innocente. “Ogni vita umana è sacra” (CCC 2258), “il bambino è una creatura che Dio ha chiamato all’esistenza” (CCC 2378). Ogni morte violenta, che coinvolge i bambini, è un’offesa alla dignità umana ed alla creazione stessa.
Nel dolore che ci travolge, siamo chiamati a rispondere con la preghiera e la compassione. Perché “la preghiera di intercessione è un segno di solidarietà e di carità” (CCC 2634). Non dobbiamo mai dimenticare che ogni bambino è un dono di Dio, che ha diritto alla vita, alla protezione e alla pace.
“Signore Gesù, Tu che hai detto: “Lasciate che i bambini vengano a me”, accogli nel Tuo regno i piccoli che hanno perso la vita nelle guerre e nelle violenze. Ti preghiamo per tutti i bambini che hanno sofferto innocentemente, che Tu possa asciugare le loro lacrime e portare pace ai loro cuori. Concedi la Tua misericordia a tutti i genitori e le famiglie che li hanno persi, e dona loro la forza di vivere nella speranza della Tua salvezza. Insegna a noi, Signore, a non chiudere gli occhi di fronte alla sofferenza dei più vulnerabili, e ad essere sempre pronti a difendere la vita con ogni nostro gesto. Amen”.